Cronache

"Un caso Cucchi al centro migranti". Bufera per l'accusa choc del radicale

Il deputato di +Europa Magi parla del rischio di un nuovo caso Stefano Cucchi e fa arrabbiare il capo della polizia: "Offensivo fare parallelismi"

"Un caso Cucchi al centro migranti". Bufera per l'accusa choc del radicale

Un migrante georgiano, detenuto nel Cpr di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) è morto in circostanze da chiarire e verificare in data 18 gennaio. Nella giornata di ieri il deputato di +Europa Riccardo Magi, in occasione di una conferenza stampa a Montecitorio, ha commentato il caso della vittima 38enne - Vakhtang Enukidze il nome del trapassato – dicendo che l'uomo sarebbe stato "picchiato ripetutamente da circa 10 agenti nel Cpr di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), anche con un colpo d'avambraccio dietro la nuca ed una ginocchiata nella schiena, trascinato per i piedi come un cane". Quindi ha specificato che il 38enne è "morto dopo essere stato riportato nel Centro, al termine di una notte d'agonia. Si rischia un nuovo caso Cucchi, una persona morta mentre si trovava in custodia dello Stato. Ora bisogna chiarire".

L'esponente dei Radicali, insomma, sostiene che ci si troverebbe di fronte al rischio di un nuovo caso Stefano Cucchi, "di una persona che attraversa due strutture statali in cui dovrebbe essere tenuto sotto tutela e muore in condizioni misteriose...".

Vakhtang Enukidze, ricordiamo, è deceduto in circostanze ancora da chiarire, giorni dopo una rissa con un altro ospite della struttura, sedata dall'intervento delle forze dell'ordine. "Alcuni mi hanno raccontato – ha spiegato sepre Magi - di aver assistito a un pestaggio da parte di una decina di agenti ai danni del georgiano, altri hanno assistito alle ultime 48 ore di agonia del migrante da quando dal carcere di Gorizia è stato riportato al Cpr di Gradisca […] La gravità del fatto è che c'era una persona in custodia dello Stato. Le condizioni di salute del migrante deceduto dovevano essere oggetto dell'attenzione del personale nelle due strutture statali".

L'uscita di Magi non è piaciuta per niente a Franco Gabrielli, capo della polizia italiana: "Fare parallelismi a dir poco arditi di una vicenda che non è stata ancora definita con una per la quale sono stati impegnati anni e processi, lo trovo assolutamente offensivo".

La procura di Gorizia, nel frattempo, ha aperto un'inchiesta a carico di ignoti che al momento ipotizza, in via cautelativa l'omicidio volontario.

Sui punti più oscuri della vicenda, ora saranno l'autopsia, le registrazioni dell'impianto di videosorveglianza e le testimonianze a fare chiarezza.

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