Cronache

Giro di vite di Facebook: chiusi centinaia account. ​È guerra a propaganda

In totale sono 443 gli account Facebook e 125 quelli Instagram cancellati. Il 3 ottobre, invece, la sentenza della Corte di Giustizia europea ha stabilito che d'ora in poi qualunque Paese può ordinare a Facebook di eliminare post, fotografie e video

Giro di vite di Facebook: chiusi centinaia account. ​È guerra a propaganda

Al via il giro di vite di Facebook. Il social network ha dichiarato guerra alla propaganda politica e sta cancellando centinaia di account, pagine e gruppi con l'accusa di "comportamenti non autentici coordinati". In totale sono 443 gli account Facebook e 125 quelli Instagram cancellati insieme a 200 pagine e 76 gruppi con base in Egitto, Emirati Arabi Uniti, Nigeria e Indonesia. Il tutto in relazione a tre diverse operazioni. Sotto accusa la condivisione di notizie locali nei Paesi interessati e la promozione di contenuti sugli Emirati, così come critiche ai danni di Qatar, Turchia e Iran.

Un'altra operazione invece fa riferimento a "comportamenti non autentici coordinati" per quanto riguarda l'Indonesia. Nel mirino quindi anche account fasulli che condividevano contenuti riguardo l'indipendentismo a Papua occidentale, una delle province più povere dell'Indonesia.

Anche l'Egitto è coinvolto. In questo caso l'obiettivo era la diffusione di "notizie locali e di politica, compresi contenuti a sostegno di Emirati, Arabia Saudita ed Egitto e critiche nei confronti di Qatar, Iran e Turchia e dei separatisti in Yemen". Più di sette milioni di account seguivano una o più pagine Facebook tra quelle finite nel mirino, mentre erano circa 193mila i profili che seguivano gli account Instagram cancellati.

Solo ieri, inoltre, è arrivata la notiza che la Corte di Giustizia europea ha stabilito che d'ora in poi qualunque Paese può ordinare a Facebook di eliminare post, fotografie e video che contengono contenuti ritenuti illeciti.

La sentenza avrà come conseguenza che i Paesi potranno espandere i divieti su contenuti ritenuti illegali oltre i confini nazionali.

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