Cronache

Il giudice scarcera Battisti. Ma c'è piano per l'estradizione

L'ex militante dei Pac non potrà lasciare il distretto di San Paolo. Resta aperta la pista per il rientro in Italia

Il giudice scarcera Battisti. Ma c'è piano per l'estradizione

Ha lasciato di stucco la decisione arrivata ieri alle 19.20 (ed in Italia già sabato mattina) di un giudice del Terzo Tribunale Regionale Federale, quello di San Paolo, tal José Lunardelli, che ha ordinato “l’immediata liberazione” di Cesare Battisti. Un fulmine a ciel sereno quando oramai sembrava tutto pronto per l’estradizione del latitante più famoso d’Italia ma che si spiega con il curriculum di questo magistrato che tutto deve ai due grandi difensori di Battisti, ovvero Luiz Inácio Lula da Silva e la sua delfina Dilma Rousseff. Chi è, infatti, l’oriundo Lunardelli? La sua nomina a giudice del Terzo Tribunale Regionale Federale di San Paolo la si deve in toto a Dilma. La difesa sperticata che nel 2010 l'allora candidata alla presidenza fece del nome di questo giurista sino ad allora sconosciuto fu fondamentale perché Lula lo indicasse per l'incarico. Vicino all'ala più radicale e corrotta del PT, Lunardelli è infatti amico personale di José Dirceu, l’ex braccio destro di Lula già condannato per corruzione ed associazione a delinquere con sentenza passata in giudicato.

Da segnalare che quella fu la prima volta che Dilma interferì pesantemente sulla nomina di un giudice e ieri sera si è capito bene il perché. Battisti ha lasciato la cella stamane alle 4.30 ora italiana a Corumbá, nel Mato Grosso do Sul, ed oggi volerà a San Paolo. Era stato arrestato mentre fuggiva in Bolivia con tre volte più soldi del consentito e con addosso tracce di “polvere bianca”. Dovrà presentarsi una volta al mese in un tribunale per mettere una firma e, per ordine del magistrato petista Lunardelli, dovrà comunicare alle autorità suoi eventuali spostamenti futuri.

Temer non ha avuto il coraggio di firmare il decreto di estradizione com'era nelle sue facoltà e chiede la stragrande maggioranza dei brasiliani e, dunque, almeno sinora, l’unica che in tutta questa vicenda ha onorato il nome del paese del samba è stata la Polizia Federale. La speranza è che il presidente verde-oro lo faccia nei prossimi giorni e che, nel mentre, il terroristi non fugga per l’ennesima volta come fa, beffandosi delle sue vittime in Italia, oramai da oltre 35 anni, intoccabile

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