Cronache

"Ho pensato di morire", il racconto della donna mutilata dai rapinatori

Niva Bazzan racconta la rapina subìta: "Sembrava un film". Oggi l'incontro col marito, domani forse le dimissioni. Ma non è stato possibile riattaccarle il lobo

"Ho pensato di morire", il racconto della donna mutilata dai rapinatori

"Mi sembrava un film, ho pensato di morire". A raccontare l'orrore vissuto ieri nella sua villa di Lanciano (Chieti) è Niva Bazzan, la donna a cui quattro rapinatori hanno tagliato il lobo dell'orecchio con una roncola perché lei e il marito si rifiutavano di dire dove avevano nascosto la cassaforte.

"Ciò che sto vivendo è molto sproporzionato ed esagerato, mi sembrava come se fossi dentro un film", ha raccontato la donna - ancora sotto choc - attraverso l'addetto stampa della Asl Lanciano-Vasto, "Ho pensato che sarei morta. Ho provato sensazioni di confusione, disperazione, mai di rabbia, per quanto stava accadendo. Spero di liberarmi presto da questa paura per tornare a una vita normale senza incubi e non sentirmi condizionata dal ricordo".

Lei e il marito Carlo Martelli, chirurgo in pensione, sono ancora ricoverati nell'ospedale Renzetti di Lanciano, una in Unità coronarica, l'altro in Chirurgia. Le loro condizioni cliniche sono migliorate e restano stabili. La donna potrebbe essere dimessa già domani, anche se non sarà possibile ricostruire il padiglione auricolare. Il medico resta invece sotto osservazione per un "danno alla colonna cervicale non scevro da rischi di complicanze". Intorno a mezzogiorno, la Bazzan è stata accompagnata dal marito. "Sono stati minuti di dolore ed emozione", raccontano i quotidiani locali.

"È stato come un film dell'orrore quanto accaduto e provo una grande sofferenza interiore e se ci ripenso ogni tanto mi viene da piangere", aveva detto Martelli questa mattina ai giornalisti, "Io e mia moglie eravamo convinti che saremmo stati fatti fuori per questo non ho pensato cosa conservare in mente per poi riferirlo. L'assalto dei rapinatori è stato fatto con una violenza di principio, stile militare. Tornerò in quella casa perché è la mia casa ed è confinante con l'abitazione della mia famiglia di origine".

Il medico parla di una banda feroce in cui "l'unico malvivente che ha parlato, con un discreto accento italiano, era sanguinario e il più violento": "È stato lui a tagliare l'orecchio a mia moglie dopo avermi tirato l'ennesimo pugno che mi ha tramortito", dice, "Per questo non ho visto il momento dell'amputazione e solo successivamente quando mi sono ripreso ho visto il sangue zampillare dal viso di mia moglie. Un altro dei rapinatori è stato invece più gentile avendo preso una bottiglia d'acqua e due bicchieri per poterci dissetare. Io non l'ho presa perché non riuscivo a deglutire mentre mia moglie è stata imboccata da lui".

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