Economia

I lavoratori con le mance. E gli autonomi perseguitati

I lavoratori con le mance. E gli autonomi perseguitati

Due indizi non fanno una prova, tre neanche, quattro però possono creare un piccolo sospetto. Incapace di prendere decisioni strategiche, il governo è molto abile a votare micro norme che vanno in una direzione precisa. La solita, per la sinistra al governo. E piuttosto sconvolgente per quei grillini prima di lotta e oggi di poltrona, che avevano strizzato l'occhio agli invisibili di casa nostra.

Stiamo parlando del consueto armamentario: in Italia ci sono dei lavoratori di serie A e gli altri sono degli sporcaccioni. I primi sono coloro che lavorano per le grandi aziende e per la pubblica amministrazione, i secondi sono professionisti, commercianti e autonomi in generale.

Primo indizio. Il governo ha fatto una manovra di aumento delle tasse, tranne che per una ampia platea (poco meno di dieci milioni) di lavoratori dipendenti con redditi che si dovrebbero fermare a 35mila euro annui (ma l'asticella cambia di continuo). A costoro restituirà tre miliardi di imposte, probabilmente nella forma di estensione del bonus degli 80 euro inventato da Renzi. Bene. Comunque e per chiunque si riducano le imposte. Ma parte del finanziamento di questa riduzione arriva da imposte sulle imprese (la famosa plastic e sugar tax) e da mezzo miliardo che si sottrae agli autonomi. Vediamo con il prossimo indizio.

Secondo indizio. La parlamentare di Forza Italia, Porchietto, ha saggiamente chiesto di modificare le penalizzazioni introdotte dalla manovra e che limita, retroattivamente, la platea di coloro che potranno godere della flat tax: temiamo che non verrà ascoltata. Il governo infatti, zitto zitto, ha inserito una norma che esclude dal beneficio cinquecentomila autonomi e ha inserito un corrispondente gettito previsto di 500 milioni di euro. Per farla breve si tratta di un aumento di tassazione mica male per quelli che fino a ieri si limitavano a pagare il 15% di aliquota secca.

Terzo indizio. Il governo in una relazione tecnica ha esplicitamente scritto che il commercio è il principale responsabile dell'evasione fiscale in Italia. Dopo la dichiarazione di principio, tutta una serie di norme antievasione che, dietro al bel titolo, nascondono solo maggiori adempimenti, costi e balzelli, per gli esercenti. Quattrini indispensabili per finanziare riduzioni fiscali per i dipendenti. Nel frattempo il governo sta trattando con i sindacati per abolire la cosiddetta norma Brunetta contro i malati immaginari della pubblica amministrazione. Il costo è superiore ai 300 milioni di euro. Da una parte si toglie ai commercianti, dall'altra si alleggerisce sui pubblici dipendenti.

Quarto indizio. Tutti oggi brindano alla grande civiltà di portare a sei mesi il periodo di astensione dal lavoro per la maternità (si può ancora dare un genere alla parola? Chiedere al Minculpop del politically correct). Non vorremmo sembrare irrispettosi e fuori tempo. Ma micro aziende, la maggior parte in Italia, e autonomi non brindano affatto. Siamo qua a elargire condizioni di maggior favore ai nostri dipendenti pubblici e privati tutelati e ci dimentichiamo che là fuori la maggior parte degli italiani non si trova in questa casella e di tutele ne ha pochine. Aumentiamo come al solito i diritti per gli insider, dimenticando che così allunghiamo il fosso con gli outsider.

Il cui dovere è tacere e tirare avanti.

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