Cronache

Gli inquietanti post del negoziante anarchico che fa sconti solo a stranieri

Hate speech del commerciante anarchico che su Facebook si definisce "sovversivo seriale"

Gli inquietanti post del negoziante anarchico che fa sconti solo a stranieri

Il titolare del minimarket "Simeva" di Perceto, in provincia di Parma, espone un cartello in vetrina dove offre sconti del 10% a tutti i clienti non-italiani per protesta al Decreto Sicurezza bis, come già riportato dal Giornale.

Sul cartello, postato anche in uno dei profili Facebook del diretto interessato, tale Massimiliano Picchietti, si può leggere: "In base al decreto sicurezza bis il titolare di questo market applica uno sconto alla cassa del 10% oltre scontistica prevista, per tutti coloro che non vengono considerati italiani. Il titolare si ritiene cittadino del mondo, questo decreto va oltre la vergogna e l’infamia".

Insomma, chi non è italiano ha diritto allo sconto; un ipotetico "razzismo inverso" giustificato da Picchietti come "gesto all'incontrario" nei confronti del nuovo Decreto Sicurezza bis appena entrato in vigore. Il titolare del minimarket aggiunge:"Sono razzista verso chi ha perso ogni forma di umanità. Contro chi appoggia dei partiti o politici che hanno perso il grado di umanità" .

lmmancabile poi lo slogan: "Viva l’anarchia, ora e sempre Resistenza". Picchietti definisce "anticostituzionale" il decreto e con questo sconto del 10% agli stranieri afferma di voler "agevolare i ghettizzati e coloro che vengono considerati inferiori". Discernendo però tra italiani e stranieri, come riportato sul cartello, Picchietti finisce invece per mettere in atto una distinzione basata su nazionalità che nulla ha a che vedere, neppure lontanamente, con il concetto di marginalità e povertà.

Del resto Picchietti ha sottolineato che della suà attività commerciale fa ciò che ritiene più giusto: "O vediamo se mi arrivano carabinieri e polizia a rompermi le p***e, della mia attività faccio che c***o voglio". Al di là del risicato sconto che lascia trasparire più che altro una provocazione mal riuscita, ci sono però altri aspetti che meritano attenzione.

In uno dei profili di Massimiliano Picchietti infatti lo scorso 6 marzo veniva pubblicato un post di protesta alla legge sulla legittima difesa nel quale, accanto all'immagine di una pistola, viene riportato: "Approvata la legge sulal legittima difesa, e quindi direi di festeggiare nel migliore dei modi. Per le mie amicizie nel reale, cinquestelle e leghiste, sabato sera organizzo un apericena a casa mia e siete tutti invitati, sapete dove abito. Vi lascio all'entrata del giardino un cacciavite ed un martello per aprire il cancellino causa problemi di apertura, al limite lo scavalcate ed entrate liberamente nella mia proprietà. Venite numerosi perchè sarà una serata imdimenticabile, ve lo assicuro. Questo post si autodistruggerà tra 24 ore". Non servono commenti, il post è più che eloquente.

Il 25 aprile Picchietti pubblicava poi il seguente post: "Cosa penso degli omicidi imputati ai partigiani? Embè, io avrei sparato in testa anche a chi dava il buongiorno ad un fascista". Lo stesso giorno, il soggetto in questione pubblicava un'immagine che riprendeva la dichiarazione del ministro degli Interni, Salvini, nel quale affermava di non temere minacce e sotto un post di tale "Dea Magister" con scritto "noi invece lo auspichiamo".

Picchietti non risparmia neanche la Chiesa e il 4 marzo pubblicava un'immagine di un prete con scritto "a Pasqua salva un agnello. Cucina un prete" e accanto un "Si avvicina la Pasqua, fai la scelta giusta".

Lo scorso 16 luglio Picchietti postava poi una sua foto all'interno di un cortile con portone aperto e con il commento "ennesimi 30 giorni di gabbio finiti, esco, ma sicuro di rientrare. La mia propensione a delinquere le vostre regole bigotte e falsa democrazia, mi fa essere un sovversivo seriale".

Chissà se Picchietti si è posto il problema della "costituzionalità" delle sue dichiarazioni.

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