Cronache

Johnson si scusa per un articolo sulle donne con il burqa

Il premier inglese, interpellato in una trasmissione televisiva, si è detto dispiaciuto per le sue considerazioni apparse sul Telegraph in un articolo dell'anno scorso: "Mi dispiace per ogni offesa"

Johnson si scusa per un articolo sulle donne con il burqa

In un articolo pubblicato sul Telegraph, scritto nell'agosto del 2018, lo aveva definito un indumento oppressivo e ridicolo, paragonando le donne che indossavano il burqa a delle "cassette delle lettere" ambulanti e somiglianti più a dei "rapinatori di banche" che a delle cittadine. Quel pezzo non lo aveva fatto da primo ministro, ma le sue considerazioni avevano fatto discutere. E oggi, a più di un anno dalla pubblicazione, Boris Johnson, partecipando a "This Morning", il programma di Phillip Schofield e Holly Willoughby, si è scusato pubblicamente per le parole utilizzate.

Le scuse di Johnson

Secondo quanto riportato dal Guardian, l'attuale primo ministro britannico ha dovuto rispondere alle domande poste dai conduttori, i quali gli avrebbero fatto notare come i cittadini di fede musulmana potessero essersi sentiti offesi da quella definizione e dalle sue osservazioni. Il leader del partito conservatore, durante la trasmissione, ha quindi voluto rispondere ancora una volta e ha dichiarato: "Le persone tirano fuori tutti i tipi di articoli. Ho già chiesto scusa per qualsiasi offesa possano avere causato le mie parole e lo ripeto". Nella stessa sede, i due presentatori hanno chiesto spiegazioni anche per un altro scritto in cui il primo ministro avrebbe ridicolizzato le madri single e i loro figli, ma si sarebbe rifiutato di scusarsi per questo: "Non credo che questo sia il momento di parlare di articoli scritti molto tempo fa".

Le "cassette delle lettere"

Il primo ministro inglese ha però voluto sottolineare come quelle parole siano state portate fuori dal contesto e, in qualche modo anche fraintese, ma ha voluto comunque ribadire l'importanza della lotta al razzismo e ha affermato: "Ciò che il partito conservatore deve fare è avviare un'indagine sulla xenofobia e sui pregiudizi di ogni tipo". Nell'articolo pubblicato sul Telegraph, Johnson sosteneva che il burqa non dovesse essere bandito o vietato anche se, secondo l'ex sindaco di Londra, era "assolutamente ridicolo che le persone dovessero scegliere di andare in giro a delle cassette delle lettere".

Il fatto e l'espediente della satira

Quando venne pubblicato l'articolo, le parole di Johnson fecero molto discutere e insorgere alcuni componenti della comunità musulmana. Ma in quel momento, Johnson aveva rifiutato di scusarsi pubblicamente nonostante le richiesta di farlo da parte di Theresa May, che nell'agosto del 2018 ricopriva la carica di primo ministro, e di Brandon Lewis, l'allora presidente del partito conservatore, di cui Johnson faceva parte. Una giuria convocata dal gruppo, in seguito, aveva decretato che Johnson non doveva essere disciplinato perché era "rispettoso" nell'opera e aveva usato "satira".

Il commento su Usman Khan

Durante il programma, Johnson ha commentato anche il gesto dell'attentatore del London Bridge, Usman Khan. Di lui, il primo ministro avrebbe detto che esistono criminali che non sono in grado di essere riabilitati. Il giovane, infatti, aveva scontato otto anni di prigione per il suo ruolo, ma era stato rilasciato a metà della sua pena. Quando a Johnson è stato chiesto se ritenesse che Khan dovesse essere incarcerato in modo permanente, il primo ministro ha dichiarato: "Credo che, in realtà, sia sempre un bene cercare di riabilitare le persone, tutte devono avere una possibilità. Ma ce ne sono alcune, e penso che probabilmente questo ragazzo sia uno di loro, che proprio non sono in grado di cambiare. Nel suo caso, la cosa migliore per la collettività e per lui era tenerlo dentro.

È stato sbagliato rilasciarlo".

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