Cronache

Juvenuts, capo ultrà dei Viking condannato a cinque anni per tentata estorsione

Secondo l'accusa, Loris Grancini, insieme ad altri due tifosi, avrebbe minacciato il titolare di un'agenzia milanese di eventi sportivi, costringendolo a procurare loro ticket tramite una "corsia preferenziale"

Juvenuts, capo ultrà dei Viking condannato a cinque anni per tentata estorsione

Avrebbe minacciato il titolare di un'agenzia milanese che vendeva i biglietti dello stadio per conto delal Juventus, la "Easy Events", costringendolo a procurargli tagliandi d'ingresso con una "corsia preferenziale". Così, Loris Grancini, il capo dei "Viking", storico gruppo ultrà della Juventus, di Milano, è stato condannato in queste ore a cinque anni e sei mesi per tentata estorisione dal tribunale di Milano.

Le richieste e le minacce

In base alla ricostruzione fornita dal pubblico ministero Enrico Pavone, accolta dai giudici della sesta sezione penale, Grancini avrebbe intimato al proprietario della società di riservargli una sorta di trattamento di favore. Nel capo d'imputazione, infatti, si fa riferimento a diversi presunti tentativi di estorsione da parte del celebre capo ultrà. In una circostanza, Grancini, entrato nel punto vendita insieme a Christian Mauriello e Christian Fasoli, condannati entrambi a cinque e a quattro anni, avrebbe detto al titolare dell'agenzia: "Bello alto qui, sai come brucia facilmente?".

"Vedi di recuperarmi i biglietti sbirro di m..."

Secondo quanto ricostruito, il primo episodio sarebbe avvenuto in occasione della partita di Champions League, Juventus-Real Madrid, dopo che la vittima dell'estorsione aveva dovuto annullare per ragioni tecniche l'emissione di 250 biglietti. Gli ultras, a quel punto, sarebbero entrati nel locale per ottenere dal titolare "i biglietti che erano stati erroneamente stampati". Nel maggio del 2017, sempre Grancini, si sarebbe presentato nel punto vendita per chiedere ticket per Juventus-Crotone per "certi personaggi calabresi di Corsico" e, di fronte al diniego dell'esercente, avrebbe risposto: "Vedi di farmeli recuperare, sbirro di m...". In un'altra circostanza, in occasione di Juventus-Roma, Grancini avrebbe reclamato i biglietti mimando "il gesto del caricamento di un'arma da fuoco". Tutti questi episodi avevano convinto la vittima a sporgere denuncia subito dopo, da cui poi è partita l'inchiesta che, in queste ore, ha portato alla condanna.

L'inchiesta e il passato dell'ultrà

In base a quanto ricostruito dall'inchiesta, la prima condotta intimidatoria di Grancini, che era già stato arrestato per scontare una pena di 13 anni e 11 mesi, tra cui una condanna per tentato omicidio, nei confronti del titolare del punto vendita sarebbe avvenuta a fine aprile 2015.

In passato, il nome di Grancini era comparso anche nelle carte di altre due indagini: una sul suicidio di un capo ultrà a Torino, l'altra sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nel marketing della squadra bianconera.

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