Cronache

Bimbo disabile escluso dalla recita di Natale. La mamma: "Perché non è nella lista?"

L'assurda vicenda è accaduta a Napoli dove ad bambino disabile di cinque anni, è stato estromesso dalla recita scolastica. Sulla vicenda noi abbiamo ascoltato la mamma

Bimbo disabile escluso dalla recita di Natale. La mamma: "Perché non è nella lista?"

E’ ancora sotto choc la mamma di Andrea, il nome di fantasia di un bimbo di cinque anni di Napoli, affetto da iperattività regressa con ritardo cognitivo, a cui è stato impedito di fare la recita scolastica, come ai suoi 15 piccoli compagni di classe. L’assurda vicenda viene raccontata dalla mamma di Andrea che abbiamo raggiunto telefonicamente, e che su questa storia ha molte cose da dire.

Chi l’ha avvertita che suo figlio non avrebbe partecipato alla recita?

“Sono venuta a saperlo nella classica chat delle mamme. La rappresentante, che tra l’altro essendo una scuola privata non è istituzionale perché non c’è Consiglio d’Istituto, ha pubblicato un figlio scritto a mano con i nome di 15 bambini su 16 che avrebbero fatto la recita di Natale. Mancava il nome di mio figlio. Pensando ad un errore, l’ho fatto presente in chat, ma mi è stato risposto con un messaggio vocale, che la maestra si era riservata di farlo partecipare e voleva parlare prima in privato con me”.

Perché allora ha diramato prima questo comunicato?

“Appunto, quando ho sentito questo messaggio mi sono arrabbiata moltissimo, la maestra doveva prima parlare con me, in questo modo ha violato la privacy di mio figlio che è minorenne, e poi mi ha dato un grosso dolore a noi genitori, che solo chi ha un bambino disabile può comprendere. Subito dopo "come per magia" la maestra mi ha inviato un messaggio vocale, spiegandomi che proprio per il fatto che ci teneva al bambino, voleva prima parlare con me visto che mio figlio non parla e non “sta in fila” come tutti gli altri. Non stiamo parlando della prima del San Carlo, parliamo di una recita di bambini di cinque anni, quale era il problema di metterlo nella lista e in caso poi parlare con me per cercare insieme una soluzione sul da farsi?. Allo stesso modo però, il mese scorso quando la scuola ha fatto la raccolta fondi per comprare dolci e regali per il personale scolastico, noi siamo stati i primi ad essere chiamati. Per carità solo dieci euro, ma li ho dati con entusiasmo perché non vedevo l’ora di vederlo in questa recita”.

Il bambino ha difficoltà oggettive comunque…

“Noi sappiamo bene che lui non partecipa, è chiaro che se mangia una patatina per me e mio marito è come vincere alla lotteria, ma la maestra non doveva permettersi di comunicarlo ad un’altra mamma doveva parlare prima con me”.

Ha informato la dirigente scolastica?

“Sono subito andata, e lei prima mi ha ammesso che l’insegnante aveva sbagliato, poi però si è per così dire ‘lavata le mani’ dicendo che visto che Andrea, per motivi burocratici, non ha ancora la 104, lei lo trattava come un bambino normale. Ma se fosse stato così, se lo avessero trattato da bambino normale, avrebbe dovuto partecipare alla recita proprio come tutti gli altri. Inoltre loro sapevano benissimo che il bambino non aveva ancora la 104 che ci avrebbe permesso di dargli un’insegnante di sostegno, e proprio perché lui non è autosufficiente, la scuola, che è privata, prende soldi extra per assisterlo con il cibo e con i pannolini”.

Voi pagate di più per farlo assistere?

“Sì. Invece di dirci 'Vi aiutiamo' la scuola ha praticamente detto: 'Vi aiutiamo pagandoci un extra'. Noi abbiamo accettato e abbiamo pagato questo extra, ma poi ci siamo anche sentiti dire della preside che se non eravamo più 'elastici' si sarebbe sentita costretta a non poter più accettare Andrea a scuola”.

Più elastici rispetto alla decisione di non farlo partecipare alla recita?

“Sia di questa, ma anche su altre cose di cui abbiamo parlato con lei, cose che non andavano bene nei confronti di nostro figlio”.

Ad esempio?

“Il bambino tornava a casa il più delle volte senza il pannolino cambiato. Io lo facevo presente alla maestra che una volta mi diceva che si era dimenticata, un altra volta ancora, c’era stato qualche problema, insomma alla fine il bambino non era mai pulito. Due o tre volte ci è capitato di andarlo a prendere prima a scuola, magari quando Andrea doveva fare le terapie, ed era sempre la stessa cosa. Oltre che con la maestra, sono andata a lamentarmi con la Preside dicendole che il bambino era pulito solo quando stava per tornare a casa, ma se io andavo prima a prenderlo o capitavo in un’orario non concordato, era sempre sporco, e io li pagavo per questo servizio che loro ci avevano offerto”.

Ha notato altre cose strane?

“Mio figlio adora il succo di frutta, sarebbe capace di svegliarsi la notte per berlo, ma quando tornava a casa lo cercava sempre e invece il biberon che io gli mandavo a scuola, tornava sempre pieno. Quindi non è che il bambino a scuola non beveva, come dicevano, ma erano loro che non glielo davano ed erano queste le “elasticità” di cui ci parlava la preside aggiungendo che noi tenevamo nostro figlio sotto una campana di vetro”.

Bere e cambiarlo non sembrano cose su cui essere elastici..

“Una volta è tornato graffiato e morso, il che può capitare tra bambini, ma l’insegnante mi allarmò dicendomi che il bambino era diventato autolesionista. Lo abbiamo subito portato da tre diversi specialisti, perché ero terrorizzata, e tutti e tre ci hanno detto di riferire all’insegnante di non dire sciocchezze. Il problema che ha, porta anche all’autolesionismo ma non a cinque anni, in un’età più adulta. Inoltre mio figlio aveva il morso su una spalla come avrebbe fatto a procurarselo da solo?”

Alla fine questa recita c’è stata?

“Ci sarà la prossima settimana, e la scuola ci ha chiamato chiedendoci di portare il bambino e che avrebbe fatto il protagonista. Io invece l’ho tolto dalla scuola perché non amo questo genere di comportamento a posteriori. Prima non poteva partecipare ed ora addirittura deve fare il protagonista? Ma se non gli hanno fatto neanche la foto di Natale. La maestra mi ha infatti chiamato dicendomi di portarlo proprio per fare la classica foto natalizia, lo ha fatto inviandomi un audio, ma agli altri bambini le foto erano già state fatte, come mai a mio figlio no? Quando l’ho fatto presente mi è stato risposto che mio figlio quel giorno era impegnato a fare altro. Ma cosa? Ennesima bugia”.

Che cosa avete deciso di fare nei confronti della scuola?

“Stiamo parlando con il nostro avvocato, ma nel frattempo abbiamo ritirato il bambino, perché quella scuola non ci piace e vogliamo trovarne un’altra. Mio figlio piange proprio perché sta tutto il giorno in casa, e io ho dovuto temporaneamente lasciare il lavoro per stare con lui. Per questo sono molto avvilita e anche spaventata”

Di cosa?

“Di sbagliare un’altra volta nella scelta, di soffrire di nuovo. Per questo ci siamo presi un po’ di tempo per vagliare con cura tutte le scuole che abbiamo nelle vicinanze, per non fare un altro errore di valutazione”.

Da quanto tempo vostro figlio frequentava quella scuola?

“Dallo scorso anno, quando la precedente scuola aveva chiuso. In quella struttura, veniva trattato benissimo, le insegnanti erano proprio delle mamme per lui, tanto che saputo questa vicenda si sono fatte vive per mostrarci la loro solidarietà”.

Le altre mamme della scuola invece?

“Nessuna si è fatta viva da quel giorno della chat, neanche un messaggio. E anche questa è una cosa che ci fa stare molto male, ma non solo per mio figlio, ma anche per tutti gli altri bambini che hanno delle disabilità e vengono trattati in questo modo. Per me e mio marito questa cosa è stata un’enorme dolore.

Ma questa storia non finisce qui”.

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