Cronaca locale

L'ateneo "antifascista"? Sfasciato dai collettivi

L'ateneo "antifascista"? Sfasciato dai collettivi

I collettivi di sinistra devastano tutto e l'Ateneo ci mette il «bollino». Un bollino «antifascista», ovviamente. È un capolavoro dell'assurdo quello di Milano, un'assurdità da 110 e lode. Sono passati 7 giorni dalla denuncia degli studenti di «Azione universitaria» aggrediti dai collettivi, ed è passato un mese da quello che il rettore Elio Franzini ha definito uno «scempio» e un «reato»: l'«occupazione non autorizzata» che ha messo a soqquadro la facoltà, tanto da indurlo a una disperata lettera-appello alle istituzioni. Responsabili? I collettivi.

Ebbene, la risposta del cda è una modifica delle regole sull'assegnazione degli spazi: la nuova clausola - già adottata dal Comune - vincola i richiedenti a sottoscrivere l'adesione ai valori costituzionali e dell'antifascismo, e a dichiararsi contrari a discriminazioni, xenofobia e razzismo. Ottima cosa, che però non c'entra niente con la violenza rossa che incombe sulla Statale.

L'ossessione antifascista, evidentemente, genera mostri anche all'Università, luogo teoricamente consacrato alla ragione. E di ragionevole, in questa storia, non c'è niente. L'emergenza della Statale da almeno 15 anni sono i violenti di sinistra. Questi collettivi imperversano da tempo in via Festa del Perdono. Occupano, danneggiano, aggrediscono. «Decine di studenti hanno fatto irruzione alla Statale - si leggeva nel luglio 2009 -. Dopo essere entrati nell'ufficio del rettore, i membri dei collettivi hanno esposto dai balconi uno striscione». «Giorni di violenza alla Statale - altra cronaca del 2009 -. Gli studenti di Cl sono oggetto di attacchi e intimidazioni, i collettivi di sinistra hanno dichiarato guerra ai ragazzi cattolici». «Statale, ancora scontri: assalto rosso al banchetto di Azione universitaria». L'antifona da 10 anni è rimasta la stessa. E nessuno ha mai fatto nulla. Adesso la soluzione: mettere al bando i fascisti «immaginari», di cui non si ha notizia. «Assurdo» sbotta Paola Frassinetti (Fdi), vice presidente della Commissione Cultura della Camera. «Voglio ricordare al rettore che le emergenze sono altre - dice - e che non si può tollerare la violenza e redigere regolamenti astratti». Intanto in una scuola milanese - lo racconta Riccardo De Corato (Fdi) - si canta «Bella ciao» invece di «Jingle Bells».

D'altra parte, a Milano nascerà un Museo nazionale della Resistenza (con 17 milioni del ministero), ma la stessa Milano ha detto no a una piazza per le vittime del comunismo e a un museo sui gulag intitolato ad Aleksandr Solzenicyn, Nobel per la letteratura esiliato dall'Urss. Il tutto in barba alla risoluzione dell'Europarlamento sui totalitarismi.

L'Ue, infatti, oggi equipara i crimini nazisti e comunisti, ma questa è l'unica cosa su cui la sinistra vuole uscire dall'Europa.

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