Cronache

L'Emilia trema ancora Cinque miliardi di danni Donazioni, l'Abi si scusa

La terra trema ancora. Altra scossa nel pomeriggio, in provincia di Modena. In 20mila senza lavoro. Le banche: "Le commissioni? Solo un errore tecnico". Il ministro dell'Ambiente: "Piano nazionale per la sicurezza"

L'Emilia trema ancora Cinque miliardi di danni Donazioni, l'Abi si scusa

Anche la notte tra mercoledì e giovedì non è trascorsa senza far registrare ulteriori scosse. La terra ha tremato ancora, per ben 37 volte secondo quanto registrato dai sismografi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

La scossa di terremoto più forte, di magnitudo 2.7, si è registrata nella pianura lombarda, in provincia di Mantova intorno alle 4.16 del mattino. E ha interessato i centri di Borgofranco, Magnacavallo, Ostiglia, Pieve di Coriano, Poggio Rusco e le province di Verona e Rovigo.

Una scossa di magnitudo 2.6 aveva già fatto tremare il modenese alle 0:21, poco dopo la mezzanotte di mercoledì, tornando a colpire le zone già toccate dal sisma, da Finale Emilia, a Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro. Tutte le scosse si sono comunque mantenute al di sotto dei 3 gradi sulla scala Richter.

Quindicimila gli sfollati che hanno trascorso l'ultima notte fuori casa, divisi tra i campi d'accoglienza allestiti dai soccorritori della Protezione Civile (guarda le foto del campo di Finale Emilia), le palestre e le scuole ancora agibili dopo i due terremoti che hanno colpito l'Emilia Romagna. Moltissimi anche negli alberghi, resi disponibili grazie all'impegno della Regione.

Nel pomeriggio, alle 16.58, una nuova scossa di intensità superiore ai 4 gradi di Magnitudo ha interessato il modenese. La scossa si è avvertita anche nel centro storico, ma non avrebbe provocato ulteriori crolli. In serata, alle 21.04, ancora una scossa, di 4,2 gradi ha colpito la zona. Non ci sarebbero stati altri danni.

Danni e ricostruzione

Nelle zone colpite dal sisma si pensa a ripartire. Ieri i soccorritori hanno estratto una donna viva dalle macerie di Cavezzo, tra i paesi più martoriati dal sisma (guarda il video). Anche oggi continuano i lavori. Ruspe al lavoro a San Felice sul Panaro, nel polo industriale in gran parte crollato per le scosse.

Ma si fa anche la conta dei danni subiti dall'economia dei 28 comuni interessati dal terremoto. Le stime parlano di cinque miliardi di euro, in una zona che da sola riesce a produrre circa l'1% del Pil nazionale. E dove i lavoratori attualmente a casa sono saliti a 20mila dopo la seconda ondata di scosse. Nella filiera agroalimentare, come rileva IlSole24Ore, i danni principali, che ammonterebbero a due miliardi. Praticamente azzerato un altro settore fondamentale, quello del biomedicale.

Di ricostruzione ha parlato oggi il presidente della Regione Vasco Errani, che ha sottolineato la necessità di "realizzare un impianto della gestione della ricostruzione che sia snello e che consenta di superare la burocrazia, un modello operativo non fondato sul commissariamento ma sul normale funzionamento delle amministrazioni, che sappia assicurare tempi precisi negli interventi ai cittadini e alle imprese". 

Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha invece sottolineato di essere al lavoro dal giorno del suo insediamento su "un piano nazionale per la sicurezza del territorio". Per realizzarlo però ci vorrano "almeno 15 anni".

Donazioni: le banche ci lucrano sopra?

In soccorso dei terremotati si mobilitano anche quanti vogliono contribuire con versamenti e donazioni. E se questa mattina un articolo del Giornale contestava agli istituti di credito le commissioni applicate sulla beneficienza a favore dei terremotati, è Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi (Associazione Bancaria Italiana) a dare una risposta alle domande, sottolineando come si sia trattato "solo di un errore, che comunque si poteva evitare" ed evidenziando che i "soldi saranno restituiti": "Abbiamo invitato le banche a non far pagare nulla per queste transazioni.

Non abbiamo nessuna volontà di fare ricavi sulle donazioni per gli emiliani".

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