Cronache

La lettera di un artificiere: "Feriti da uno Stato assente"

La lettera di un artificiere: niente aggiornamento e attrezzature vecchie di anni. I premi? Rischiamo la vita per 60 euro

Foto d'archivio
Foto d'archivio

L a situazione è drammatica e per attirare l'attenzione sul nostro settore ci è scappato il ferito, ferito che si poteva evitare per mille motivi. Il protocollo prevede che si lavori minimo in coppia. Sarà stato rispettato? Perché ha commesso un errore così banale? Il perché è presto detto: perché siamo abbandonati a noi stessi. Dai reparti speciali del dipartimento non arrivano notizie, rarissimi sono gli aggiornamenti, questi ultimi, tra l'altro, spesso neppure ci riguardano. Non emanano circolari o direttive sulle procedure di impiego, di addestramento, di mantenimento degli standard qualitativi.

Aggiungo, Mario si trovava da solo, quando il team minimo è composto da due operatori. Questo è sancito a livello Nato, norme ovviamente accettate dall'amministrazione della Pubblica sicurezza! Ma, guarda caso, gli uffici del ministero continuano a disporre aggregazioni e richiedere la disponibilità di artificieri singoli, anziani che con autista non specializzato vanno in giro a destra e sinistra per l'Italia e poi ci stupiamo se succedono queste cose. Ne ho mille di cose da dire!

Ci sono artificieri a cui la tuta antiesplosione neanche più entra, altri che hanno patologie tali che li rendono inidonei al ruolo. Non sono previste riqualificazioni per chi è nella specialità con i vecchi brevetti, mentre nell'Esercito le applicano da anni despecializzando chi non è più all'altezza. La mancanza di soldi obbliga la struttura a questi «criminali» compromessi. Compromessi operativi, non applicando le tecniche previste, perché bloccare strade e impiegare le strutture del 115 e del 118 ogni volta per un pacco sospetto diventa impegnativo da gestire, e se va male la carriera si ferma per dirigenti e questori. Perché una volta fuori del corso diventiamo rompipalle, perché continuiamo a scrivere che i materiali e i mezzi sono obsoleti e gli apparati radiogeni di vent'anni fa al punto tale che neppure la casa madre vuole più fare assistenza, non essendo più in produzione i pezzi di ricambio. Ci sono robot degli Anni '80-90 che funzionano a relè (!), impiegabili solo in certe condizioni sperando che nel giorno della necessità funzioni e sperando poi che il Ducato di vent'anni fa sia in grado di trasportarci.

Se la spesa è superiore ai 2-3mila euro va in demolizione perché non ci sono soldi per le manutenzioni.

Sì, belle le tute anti esplosione nuove, ma le regole di ingaggio nostro parlano di attacchi in remoto con il robot da preferire proprio per evitare i timer!

Per non parlare del settore Nbcr (nucleare, biologico, chimico). Non esiste nessun artificiere in grado di operare sugli ordigni sporchi Nbc-Iedd e chi è riuscito a fare il corso a Rieti nulla ha a che fare con il nostro lavoro e comunque non siamo impiegabili nella zona critica.

Fosse solo questo: anni a comprarci le divise, sono anni che non riescono a concepire una divisa per artificieri, ma soprattutto ascoltando gli artificieri e non le commissioni create dagli amici degli amici dei soliti amici, tra i quali artificieri carrieristi che tutto conoscono tranne che del loro lavoro. E cosa dire poi del fatto di rischiare la vita per 60 euro come premio di disattivazione ordigno, ovviamente se c'è, altrimenti non viene pagato? Pagati a cottimo. Uno schifo, cadiamo a pezzi mentre l'esercito invita sempre ad aggiornare il personale e i nostri pseudo «coordinamento» sono gli unici a mancare a questi aggiornamenti non pubblicizzati e se recriminati ti senti rispondere: «Se ti interessa chiama» (?).

In qualsiasi Paese civile una specialità come la nostra dovrebbe essere unita, coordinata e in collegamento costante invece non sappiamo se altri fanno interventi. Boh, sì forse, negativo, mah chissà che tecnica si è usata boh... se non per vie di amicizie e telefonate sottobanco... 2017... sembra di stare nel medioevo!

Per tutta questa situazione se la fanno sotto, hanno il terrore che questa situazione possa venire a galla e finire sui giornali.

C'è chi ogni giorno si allena. Si addestra, scontrandosi con realtà dirigenziali che ti definiscono ruba-stipendio, che vietano o fanno di tutto per evitare di creare occasioni addestrative anche con altri enti o amministrazioni, perdendosi carte e dimenticando volutamente di mandare materiali in revisione o sostituzione rendendo inservibili materiali nuovi, a cui serve spesso un corso per l'uso e che l'amministrazione ha casualmente dimenticato di organizzare e quindi ti devi arrangiare (autorespiratori a circuito chiuso tipo Vvff).

Mario è un amico che ha fatto il corso Eod negli stessi anni in cui l'ho fatto io, è sveglio, un terrone con i coglioni. È un mio fratello di specialità... ha commesso un errore da pivello, ma solo perché la mancanza di risorse e considerazione e serietà del «centro» obbligano al lassismo, alla quotidianità di un ufficio che lavora male, che lavora sempre così, demolendoti, dove se non fai così sei fuori, non prendi quel poco e misero che elemosini... perché non sei un professionista e pagato come tale, ma uno come tanti a cui speri che vada sempre bene. C'è stata sicuramente negligenza e noi la paghiamo con la pellaccia. Aiutami a combattere contro la mia penna, che vuole firmare la mia domanda di trasferimento. Amo questo lavoro, ma stiamo esaurendo le energie a combattere tutti i giorni contro due nemici... amministrazione e delinquenti.

Promesse, mille promesse dal ministero che puntualmente vengono mantenute solo per i pochi intimi. Milano e Roma, e al resto nulla... rottami e aria fritta...

Un artificiere

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