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L'ottavo paradosso di Casaleggio

L'ottavo paradosso di Casaleggio

Ieri il Corriere della Sera ha appaltato una pagina a Davide Casaleggio, guida dei 5 stelle, che ne ha approfittato per diffondere il verbo del Movimento. Casaleggio parla per parabole. Il Maestro spiega ai discepoli e agli increduli «i sette paradossi della democrazia». C'è il «paradosso del secondo incomodo», «il paradosso del luddista con lo smartphone» e perfino «il paradosso dell'allenatore che si credeva attaccante». Ci fermiamo qui, ma ce ne sono altri quattro, tipo «il paradosso del diverso che unisce». Nel complesso Casaleggio ripete i suoi mantra: la democrazia diretta; il voto sul web; il popolo vittima delle élite; la polemica contro gli esperti e la partitocrazia. L'omelia è una lode incondizionata del voto salvifico: le «scelte politiche» devono essere prese dalla «comunità». Tutto molto edificante. Però manca l'ottavo paradosso, il più importante. Si potrebbe formulare così: «Il paradosso del Movimento che predica bene ma razzola male». Davide Casaleggio è il leader del Movimento 5 stelle, che farebbe qualunque cosa pur di non andare a votare, con tanti saluti alla «comunità» che (non) prende «le scelte politiche». Pur di evitare di essere spazzati via dagli elettori, come prevedono i sondaggi, i grillini si sono alleati col nemico giurato, il Partito democratico. Peggio ancora. Settantacinquemila iscritti alla piattaforma Rousseau, sito web riconducibile al privato cittadino Davide Casaleggio, hanno impedito di andare alle urne a circa 45 milioni di italiani. Bizzarro che il Maestro non si sia accorto della cattiva novella e ora elogi il sacro voto. Non poteva illuminare Luigi Di Maio e Beppe Grillo? No. Ha lasciato che si coprissero entrambi di ridicolo per giustificare la giravolta. Fino a ieri il comico aveva una cosa sola da comunicare a Nicola Zingaretti: ma vaffa... Adesso si giurano fedeltà. Sorge il dubbio che l'elegante volantino di propaganda, gentilmente stampato dal Corriere, abbia proprio questo significato: ribadire che Casaleggio non ha gradito il governo Conte bis. In questo caso, sarà un messaggio a Di Maio o fumo negli occhi della base inferocita? In ogni caso, la pagina incute perfino timore: due secoli e mezzo di critiche liberali alla dittatura della maggioranza sono cestinati con noncuranza. E si potrebbe tornare indietro fino alla oclocrazia, che per gli antichi Greci definiva la degenerazione del governo democratico, in balia del volere volubile delle masse. Il Movimento 5 stelle confonde la democrazia con la libertà. Non sono la stessa cosa. La prima non assicura la seconda. Casaleggio vuole la democrazia, ma vuole anche la libertà? Non si direbbe, almeno a leggere il Corriere dei 5 stelle.

Infatti non la nomina mai.

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