Cronache

Luci e ombre del prof "samurai": eroe (ma indagato per mazzette)

Luci e ombre del prof "samurai": eroe (ma indagato per mazzette)

«Il grande Fukushima mi ha detto: “stai sereno, domani l'operazione andrà bene“. Faccio una doccia e mi addormento beato. Il mio intervento è delicatissimo, ma dopo le parole del prof accetto tutto con filosofia: mi sento la vittoria in tasca». Parola di Roberto Lei. Provate a dirlo a lui che il professor Takanori Fukushima non è una persona perbene. Vi sbranerà vivo. Perché Roberto, come altre migliaia di persone sparse per il mondo, se sono ancora vive lo devono proprio al prof Fukushima: uno che sta alla chirurgia come Muhammad Ali sta un pugilato. Insomma un mito. Tanto che in Giappone, Fukuhima è talmente popolare da aver ispirato il personaggio di un fumetto manga. E anche questo è un piccolo record che va ad aggiungersi ai tanti primati che fanno di questo piccolo samurai (è alto 1,60 cm) un gigante del bisturi.

Digitando il suo nome sul web, non troverete sul suo conto una sola testimonianza negativa; centinaia invece gli entusiastici pareri sulle «eccelse doti umane e professionali».

Eppure perfino uno come Fukushima, pare essere incappato in grana giudiziaria. Almeno a giudicare da quanto scritto lo scorso 15 maggio dal quotidiano di Salerno La Città : «Quattro medici indagati nell'inchiesta che sta facendo tremare l'ospedale Ruggi, ipotizzando un giro di “mazzette” per gli interventi di neurochirurgia. Oltre al primario, accusato di concussione, sono coinvolti il direttore del dipartimento di Neuroscienze (a cui si contesterebbe di essere al corrente del giro illecito), il luminare giapponese Takanori Fukushima e un altro neurochirurgo in organico a una clinica specialistica di Pisa in cui il medico nipponico ha istituto una sorta di base italiana».

E poi: «Essere operati da lui, ritenuto al top della neurochirurgia mondiale, avrebbe comportato un esborso di soldi che secondo gli inquirenti non sarebbe rientrato nei canoni degli interventi intra moenia , che pure prevedono pagamenti per accorciare i tempi ma alla luce del sole e con una quota versata nelle casse dell'azienda ospedaliera. Nei casi all'attenzione della magistratura tutto sarebbe invece avvenuto sottobanco, con un accordo privato tra il medico e pazienti talora in condizioni gravissime, a cui sarebbe stata prospettata la possibilità di abbreviare i tempi di interventi chirurgici che potevano essere salvavita».

Schizzi di fango destinati a macchiare l'immacolato camice bianco di Fukushima: oltre 24.000 interventi di tipo neurochirurgico, più di 16.000 casi di operazioni alla base cranica («un record mondiale») e 10.000 di tumori cerebrali alla base del cranio.

«Ho messo a punto la tecnica “keyhole“ (nota come più familiarmente come “mini-invasiva“, ndr) per minimizzare - spiega il professore sul suo blog - le dimensioni della craniotomia, nonchè per ridurre i rischi e accorciare i tempi di recupero dei pazienti».

Nell'ufficio americano in Nord Carolina, ogni settimana, sono 70-100 le persone in contatto con lui via email, fax e lettera. La priorità va alla chirurgia urgente e se di estrema urgenza c'è la telefonata diretta.

«Il numero di richieste è enorme per cui è difficile rispondere a tutti tempestivamente anche se faccio del mio meglio - spiega Fukushima -. Apprezzo la vostra collaborazione, faccio del mio meglio per raggiungere tutti».

Papa compreso.

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