Cronache

Ecco i "pendolari della droga": i treni in mano ai clan nigeriani

L’operazione "Sommo poeta", condotta dalla Squadra mobile di Trento, ha portato a trentacinque arresti. In manette anche alcuni rifugiati: vendevano droga ai minorenni

Ecco i "pendolari della droga": i treni in mano ai clan nigeriani

Maxi blitz della Polizia di Stato contro la mafia nigeriana a Trento. L'operazione "Sommo Poeta", diretta a disarticolare un’organizzazione criminale di matrice nigeriana dedita al traffico di sostanze stupefacenti nella città di Trento con ramificazioni anche a Verona e Vicenza, ha portato a 35 arresti, stupefacente sequestrato per oltre 2.000 dosi e 40 consumatori identificati. Come spiega il quotidiano L'Adige, l'indagine prende il nome da Piazza Dante, epicentro dello spaccio di droga nel capoluogo trentino, a due passi dalla stazione dei treni e dalla sede della Provincia Autonoma di Trento, e si rifà a una precedente operazione dello scorso anno, anch'essa legata al traffico illegale di stupefacenti (eroina e marijuana) e che coinvolge tutte persone appartenenti alla mafia nigeriana o comunque di nazionalità nigeriana.

Gli stupefacenti venivano trasportati attraverso dei veri e propri pendolari della droga, che ogni giorno da Verona, Vicenza, Ala, Rovereto e dai dintorni di Trento giungevano nel capoluogo in treno e si davano appuntamento in stazione per suddividersi lo stupefacente e poi muoversi tra le principali piazze del centro per spacciare. Partivano da casa tutte le mattine, insieme ai lavoratori pendolari, ma con grandi dosi di droga da smistare e spacciare durante la giornata. La droga arrivava da Vicenza e da Verona, trasportata in ovuli che alcuni spacciatori ingerivano prima del viaggio.

Alcune delle persone coinvolte nell'inchiesta e arrestate dalla Polizia di Stato sono rifugiati che hanno ottenuto la protezione internazionale. Come riporta L'Adige, sono 27 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse, e alcuni dei destinatari sono stati anche arrestati in flagranza in quanto, durante le perquisizioni avvenute la scorsa notte, sono stati trovati in possesso di droga, per un totale di 35 arresti effettuati. Quattro i soggetti residenti in Trentino coinvolti. Per tutti l’accusa é di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Ogni spacciatore riusciva a incassare ogni giorno anche milla, 7 o anche 8mila euro alla settimana, il che significa accontentare quotidianamente dai 100 ai 150 clienti.

La base dell'organizzazione criminale era Verona, città nella quale è stata arrestata una donna, trovata in possesso di un quantitativo considerevole di pillole abortive. La mafia nigeriana spacciava la droga anche ai minorenni: "Sì tratta di un’organizzazione estremamente capillare, e il dato di fatto é che non veniva fatto entrare nessuno che non fosse nigeriano", ha sottolineano in conferenza stampa il capo della Mobile di Trento Tommaso Niglio. Purtroppo, ha aggiunto, "parte dei consumatori individuati sono risultati minorenni, e in generale questa indagine ci conferma che l’eroina é tornata con una certa prepotenza". L'indagine, durate 11 mesi, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Trento. Gli investigatori trentini hanno proceduto all'alba di ieri con arresti e perquisizioni in collaborazione con le squadre mobili di Milano, Bari, Brescia, Verona, Cremona, Mantova, Piacenza, Ferrara, Vicenza, Treviso e Rovigo, e con gli equipaggi del Reparto prevenzione crimine e le unità cinofile della polizia. I capi dell'organizzazione sono statti arrestati a Verona.

Com'è emerso dalle indagini di queste ultime ore, i clan della mafia nigeriana sono radicati nelle maggiori città italiane, dove ormai fanno concorrenza ai boss locali.

L'obiettivo delle gang africane è "prendersi l'Italia", considerata la base strategica per esportare i traffici in Europa.

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