Politica

Scatta il soccorso rosso. "È uno Stato autoritario"

Da Saviano alla Boldrini ora sono tutti garantisti

Scatta il soccorso rosso. "È uno Stato autoritario"

Per gli intellettuali, la città di Riace era il modello sul quale edificare la nuova Italia. Cosmopolita e, dunque, aperta all'immigrazione. Pronta a percorrere le nuove strade che conducono all'integrazione. Il sindaco Mimmo Lucano, eletto in una lista civica, era l'eroe della sinistra politicamente corretta. La Rai aveva girato una fiction sulle sue imprese, protagonista Beppe Fiorello, mai trasmessa. La rivista Fortune lo aveva inserito nella top list delle cinquanta persone più influenti al mondo. Papa Francesco, paladino dell'accoglienza indiscriminata, aveva scritto a Lucano: «La ammiro per il suo operato nei confronti dei rifugiati». Anche Laura Boldrini si era spesa per Riace e Riace l'aveva ringraziata con la cittadinanza onoraria. Secondo l'ex presidente della Camera, il paese calabrese era «un esempio per tutta l'Italia perché coi suoi progetti di accoglienza dei migranti sintetizza al meglio il concetto di società interetnica». Roberto Saviano, un mese fa, aveva vergato un vibrante editoriale su la Repubblica per esaltare Riace: «Il modello Riace è cattedrale di libertà che innestatasi su un deserto lo ha reso florido di vita». Riace distruggeva le «bugie sovraniste e populiste». Il nostro Paese doveva ripartire «da questa nuova Atene di democrazia». Saviano si offriva addirittura come baluardo della cittadina: «Dobbiamo essere pronti a mettere i nostri corpi a difesa di questo modello». Saviano riteneva inutile guardare un po' meglio dentro il «modello»: «Potrei, come elemento d'approfondimento, dire... ma andate a Riace!». Insomma, Riace. Basta la parola o una visita guidata. E invece non basta. Nel 2016 appaiono le prime crepe nel «modello Riace» dopo una ispezione che segnalava, oltre alle luci, anche le ombre. Si apriva un'indagine che ha portato all'arresto del sindaco per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Chiariamo: è tutto da dimostrare in tribunale. Ma è sufficiente per suggerire un po' di prudenza ai fan del «modello Riace». Invece, ieri, è partito il soccorso rosso nei confronti di Mimmo Lucano. Politici, scrittori, attori si sono presi a cuore la situazione e hanno fatto una bella sfilata sul tappeto rosso dei social media, scoprendosi garantisti. A modo loro, naturalmente: i giudici che indagano Salvini vanno bene; quelli che indagano su Lucano vanno male. È stata gara a chi la sparava più grossa. Solidale Alessandro Gassmann su Twitter: «#MimmoLucano favoreggiamento all'integrazione #stayhuman».Prudente Laura Boldrini: «Sono certa che Mimmo Lucano saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti». Preoccupato Beppe Fiorello: «Siamo tutti in pericolo, punto. Il sindaco Domenico Lucano è stato arrestato per aver accolto non per aver favoreggiato, allora #arrestatecitutti». Sulle spine Pietro Grasso: «Mi preoccupa il provvedimento nei confronti del sindaco di Riace». Indignato Gad Lerner: «Il mandato di arresto per il sindaco di Riace è uno schiaffo in faccia a chi pratica il dovere dell'accoglienza e conferma la pulsione fascistoide di cui sta cadendo preda il nostro paese». Infine il vincitore, l'altisonante Roberto Saviano: «Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell'Italia da democrazia a Stato autoritario». Cosa c'entra il governo con l'indagine? Perché l'inchiesta avrebbe trasformato l'Italia in uno Stato autoritario? In uno Stato di diritto tutti sono uguali davanti alla legge, anche il sindaco di Riace, che è innocente fino a prova contraria. Negli Stati autoritari, invece, alcuni sono più uguali degli altri ed evitano le grane. Ma l'oracolo Saviano ha la verità in tasca: «Nelle azioni di Mimmo Lucano non c'è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile».

Mostrarsi paladini dell'accoglienza è facile. Ma sarebbe il caso di fare i conti con la realtà fatta di schiavisti e schiavi, di barconi e naufraghi.

L'accoglienza senza regole incentiva l'osceno traffico di corpi nel Mediterraneo e alimenta una spregevole economia sulla pelle dei nuovi arrivati. Davvero i soloni della cultura e del giornalismo vogliono un mondo così?

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