Cronache

Merola ancora nei guai: evasi 4,6 milioni di euro

Dichiarava di resiedere nel Principato di Monaco, ma lavorava in Italia: evasi 4,6 milioni di euro (oltre all'Iva per 1,5 milioni)

Nuovi guai giudiziari per Valerio Merola. I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno scoperto un’evasione milionaria da parte del presentatore televisivo che aveva dichiarato di essere residente nel Principato di Monaco, ma di fatto svolgeva la sua professione nel Belpaese. Secondo le Fiamme Gialle, nel giro di cinque anni, Merola è riuscito, attraverso società "schermo" e prestanomi, a sottrarre al fisco italiano compensi per 4,6 milioni di euro (oltre all'Iva per 1,5 milioni di euro) omettendo di presentare le dichiarazioni fiscali.

Attraverso le banche dati in uso alla Guardia di Finanza, i militari avevano acquisito le prime informazioni sul presentatore che, negli anni Novanta dopo il suo coinvolgimento in una inchiesta della procura di Biella, si era trasferito, per lungo tempo, a Cuba. "Le indagini, svolte su tutto il territorio nazionale monitorando le spese e i luoghi di frequentazione dell’artista - spiegano i finanzieri - hanno permesso di scoprire che lo showman si serviva della copertura di alcune società nazionali - da lui stesso appositamente create e fatte amministrare da prestanome che fatturavano le sue prestazioni rese in Italia senza, però, presentare alcuna dichiarazione fiscale né, tantomeno, versare le relative imposte". Facendosi scudo della residenza all’estero, il presentatore televisivo ha, quindi, sottratto a tassazione in Italia "ingenti proventi derivanti dalla sua attività artistica".

Gli accertamenti sui flussi finanziari eseguiti sul conto del professionista hanno permesso di individuare numerosi conti correnti e rapporti finanziari allo stesso intestati, ovvero intestati alle società "schermo", in realtà da lui stesso gestiti, su cui sono confluiti i compensi in nero non dichiarati al fisco italiano, per un totale di circa 4,6 milioni di euro incassati nell'arco di tempo di cinque anni.

Al termine della verifica fiscale, l’artista è stato denunciato alla procura che ha emesso nei suoi confronti l’avviso di conclusione indagini preliminari e contestuale informazione sul diritto di difesa per i reati tributari emersi dalle attività ispettive.

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