Cronache

Migranti, assolto "passeur umanitario" Lui: "Lo rifarei anche ora"

Assolto "perché il fatto non costituisce reato" Felix Croft, l'uomo che aveva aiutato una famiglia di eritrei clandestini a passare da Ventimiglia alla Francia

Migranti, assolto "passeur umanitario" Lui: "Lo rifarei anche ora"

Imperia - "Assolto perché il fatto non costituisce reato, ex articolo 12, comma 2, legge 286 del 1998". Con queste parole, seguite da un scrosciante applauso in aula, al grido di "Hurria" e "Vive la justice italienne", in Italia si è creato un clamoroso precedente.

Per la prima volta, infatti, viene assolto un passeur "umanitario": una sorta di "Robin Hood" che aiuta i clandestini ad espatriare abusivamente, in virtù della libera circolazione delle persone in Europa e non a scopo di lucro. Felix Croft, 28 anni, di Nizza, arrestato a luglio dell'anno scorso, alla barriera autostradale di Ventimiglia, con una famiglia di eritrei nella sua auto (marito, moglie, due bambini e il fratello del marito), che stava portando in Francia, in barba alle leggi sull'immigrazione clandestina, è stato considerato pienamente innocente dal tribunale collegiale di Imperia, che intorno alle 14 ha emesso il rivoluzionario verdetto, il quale apre una breccia non solo in Italia ma anche in Europa.

Una sentenza ancora più eclatante rispetto a quella dell'agricoltore Cedric Herrou, che il tribunale di Nizza, per lo stesso reato, aveva condannato a una ammenda di 3.000 euro. Ma c'è da dire che Herrou era sospettato di aver trasportato in Francia circa duecento stranieri, Croft soltanto cinque. "Certo che lo rifarei, se avessi diritto di tornare in Italia. Lo rifarei anche subito", ha affermato Croft con voce rotta dall'emozione, all'uscita del tribunale (guarda le foto). Il giovane "no border", infatti, è stato colpito da un foglio di via obbligatorio dall'Italia della durata di cinque anni e di tre anni, limitatamente alla provincia di Imperia. "E' un sollievo enorme - ha poi aggiunto - per me ma anche per tutti i migranti. Un messaggio molto forte di speranza rivolto anche a tutta la gente che non ha ancora aiutato i migranti nella libera circolazione in Europa".

Pesante, al contrario, la richiesta di pena del procuratore capo (facente funzioni), Grazia Pradella, che in qualità di pubblica accusa, aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a cinquantamila euro di ammenda. Stamani, nel corso delle repliche, che hanno anticipato la camera di consiglio, la Pradella aveva invocato la sicurezza dello Stato nel dare forza alla propria richiesta di pena: "Non ho mai detto che i tre adulti per i quali Croft voleva predisporre l'ingresso illegale in Francia fossero simpatizzanti Isis, quello che il pm voleva sottolineare (parlando di sé stessa, ndr) è che il nostro sistema giuridico non può consentire a persone seppur in buona fede o animate da interessi umanitari, di decidere della sicurezza di uno Stato e la violazione di queste norme non può essere intesa come una attenuante".

Insomma, il messaggio era che pur con tutti i nobili intenti che ci possono essere dietro questo atti, non si è mai sicuri di chi si sta portando in Francia e il compito di decidere sulla sicurezza di uno Stato non spetta ad alcun altro, se non alle autorità. Aveva anche sottolineato il rischio al quale erano stati esposti i migranti, con la la normativa francese che può sanzionare l'ingresso clandestino nel proprio territorio nazionale con pene fino a un anno di reclusione. Nulla di tutto ciò è stato preso in considerazione.

L'Italia volta pagina e dà un segnale forte, ma anche pericoloso, all'Europa.

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