Il primo "consolato" dei separatisti filo-russi arriva in Italia
15 Dicembre 2016 - 12:18Apre a Torino il primo centro di rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia. L'obiettivo è "informare l’opinione pubblica sugli orrori di una guerra dimenticata"
Per la prima volta, in Italia, la Repubblica Popolare di Donetsk avrà un luogo di rappresentanza formale. L’inaugurazione del primo “consolato” separatista è avvenuta ieri a Torino, su iniziativa del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, ed ha già sollevato un bel polverone: “atto vergognoso” per i Radicali Italiani che, adesso, minacciano di presentare un esposto in procura.
Il centro, spiega Marrone, è una risposta “all’inaccettabile ordine della Nato di schierare i nostri militari contro la Russia in Lettonia” ma anche un modo “per informare l’opinione pubblica sugli orrori di una guerra dimenticata”. Il consigliere regionale, che si è recato in più di un’occasione nei territori dell’Ucraina orientale, racconta di aver visto con i suoi occhi “le continue violazioni del cessate il fuoco da parte di Kiev che continua a mietere vittime civili nella fascia del Donbass a ridosso della linea di conflitto”.
L’obiettivo del centro, però, non è solo di carattere simbolico-divulgativo, bensì mira al riconoscimento internazionale della neonata Repubblica, che si è staccata dall’Ucraina nel 2014, attraverso una rete di relazioni diplomatiche con le istituzioni italiane, collaborazioni con il mondo della cultura e partnership produttive e commerciali.
A confortare la prospettiva economica c’è un rapporto ufficiale stilato dal Ministero dell’Economia della Repubblica di Donetsk che indica il recupero del 47% della produzione con il 60% delle imprese di nuovo operative ed il 61% di nuovi lavoratori occupati e, nonostante la road map del processo di pace sia ancora incerta, suggerisce un’interessante occasione di business. “Sono tanti i settori produttivi in cui la rinascita economica del Donbass, sostenuta dalla Russia, può offrire valide opportunità di investimento per le nostre imprese, a partire da quelle ingiustamente colpite nell’export dalle sanzioni economiche firmate Unione Europea”, spiega Marrone.
Dopo il Veneto, prima regione in Europa a riconoscere la Crimea come parte della Russia, adesso è il Piemonte a guardare alla Federazione guidata da Vladimir Putin e alle Repubbliche filo-russe nate nel Sud Est dell’Ucraina, stringendo relazioni inedite di intese geopolitiche e partnership commerciali esplicitamente mirate a scongiurare lo spettro di una nuova guerra fredda.