Cronache

Naufragio a Lampedusa, si indaga anche per omicidio colposo

Il sostituto procuratore Salvatore Vella a Lampedusa per coordinare le indagini: si indaga non solo sulle accuse di naufragio, ma anche per omicidio colposo mentre prosegue la tragica conta delle vittime

Naufragio a Lampedusa, si indaga anche per omicidio colposo

Quando la notizia della tragedia giunge negli uffici di via Mazzini, dove ha sede la procura di Agrigento, magistrati e impiegati capiscono che la giornata, oltre che contrassegnata dal lutto, si rivelerà a livello lavorativo molto lunga.

Di primo mattino sono già due i morti accertati. I soccorritori nella notte mettono in moto la macchina delle ricerche pur in condizioni molto critiche dovute soprattutto al maltempo e sul molo Favarolo, ancor prima dell’alba, arrivano i primi superstiti.

Dalla Procura quindi, si decide di aprire subito un fascicolo: si inizia ad indagare, contro ignoti per il momento, l’inchiesta si preannuncia difficile e il procuratore Luigi Patronaggio è pronto ad inviare uno dei suoi sostituti direttamente a Lampedusa per capire al meglio la situazione.

Nonostante anche ad Agrigento, così come sull’isola, le condizioni meteo non siano delle migliori e in questo lunedì l’autunno spodesta improvvisamente l’estate, dalla città dei templi si alza in volo un elicottero che deve trasportare nel più breve tempo possibile l’uomo inviato da Patronaggio.

Si tratta di Salvatore Vella, il magistrato che oramai conosce meglio di chiunque altro il tragitto che va dalla costa agrigentina fino alle Pelagie. È lui a recarsi a Lampedusa ogni qualvolta viene ingaggiato, durante questa lunga estate 2019, un braccio di ferro tra ong e governo gialloverde ed anche nelle scorse ore è lui ad atterrare sull’isola mentre ancora procede la conta delle vittime.

La prima tappa di Vella è proprio al molo Favarolo, quel braccio del porto lampedusano oramai emblema dell’emergenza immigrazione da diversi anni: è qui che vengono portati feriti o persone bisognose d’assistenza quando vengono recuperate vicino l’isola, ma qui è anche il luogo dove il 3 ottobre del 2013 più di 300 bare vengono adagiate dopo il naufragio di quella terribile giornata di sei anni fa.

Ed anche oggi il molo Favarolo è tragico palcoscenico di morte: Salvatore Vella incontra testimoni e soccorritori mentre intanto proprio qui, sotto alcuni gazebo di legno, vengono ancora una volta adagiate altre bare. Si procede con le ricerche dei dispersi, lo stesso magistrato cerca di capire quanti possano essere coloro che ancora mancano all’appello.

Le indagini provano ad avanzare: quando il magistrato si recherà all’interno della caserma della Guardia Costiera di Lampedusa, dove verrà fatto il punto della situazione, le ipotesi di reato da analizzare saranno due.

Un’inchiesta infatti è stata aperta con l’accusa di naufragio, ma un altro fascicolo è inerente invece all’ipotesi di omicidio colposo. Per adesso si procede contro ignoti, ma la procura agrigentina spera di raccogliere più elementi possibili per dare un indirizzo più specifico alle inchieste.

Potrebbero essere ascoltati i sopravvissuti, quando ovviamente le condizioni psicologiche e di salute lo permetteranno, così come fatto altre volte in passato quando, all’interno dei vari centri d’accoglienza, gli inquirenti riescono a raccogliere testimonianze e descrizioni di possibili scafisti o trafficanti. Da Agrigento, in una dichiarazione rilasciata all'agenzia LaPresse, si fa sentire lo stesso Patronaggio: "È in corso il recupero pietoso dei cadaveri - dichiara il procuratore - Si sta cercando di vedere se è ancora vivo uno degli scafisti, che se sarà trovato dovrà rispondere di vari reati, naufragio e omicidio colposo. La situazione è fluida".

Tanti quindi gli elementi da chiarire, mentre ancora a Lampedusa si procede con soccorsi e ricerche: l’ultimo tragico dato, parla di 13 corpi senza vita avvistati e si tratta in tutti i casi di donne.

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