Cronache

Obbliga gli immigrati a curarsi. Sindaco condannato: razzismo

Il primo cittadino di centrodestra di Carcare (Savona), Franco Bologna, emette l'ordinanza per invitare i migranti nelle strutture di accoglienza a fornire un certificato medico. E il giudice lo condanna per discriminazione

Obbliga gli immigrati a curarsi. Sindaco condannato: razzismo

Aveva emesso un'ordinanza di "buon senso" e si ritrova condannato. Succede a Carcare, comune nel savonese, dove il sindaco di centrodestra Franco Bologna è stato condannato dal tribunale di Genova per "discriminazione e razzismo" a seguito della denuncia presentata da una pletora di associazioni buoniste: Arci avvocato di strada Onlus, Asgi-Associazione e Federazione Solidarietà e Lavoro.

Qual sarebbero le sue colpe? Aver emesso una ordinanza in cui vietava la "dimora, anche occasionale, di persone provenienti dall'area africana o asiatica presso qualsias struttura di accoglienza, prve di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l'idoneità a soggiornare". Tradotto: se non ti curi e non ha un certificato, non puoi vivere a Carcate.

Cosa c'è di male? In fondo tutti i cittadini italiani sono costretti a presentare uno straccio di documento medico quando si iscrivono in palestra e ora pure il libretto vaccinale per andare a scuola. Perché è razzista chiedere agli africani di assicurare alla cittadinanza autoctona di stare bene? Che peraltro la dicitura "persone provenienti dall'area africana o asiatica" non significa mica una distinzione per razza, ma per provenienza geografica. Dunque anche un italianissimo ragazzetto andato in ferie in Kenya, forse, avrebbe dovuto presentare un certificato medico.

L'idea era venuta al sindaco dopo l'arrivo di 50 migranti che una coop aveva piazzato in uno stabile non lontano da un Asilo Nido. Capito? "Una condanna inaccettabile - commenta il consigliere regionale di Forza Italia, Angelo Vaccarezza - qui non si tratta né di discriminazione né di razzismo, solo di buon senso".

Ovviamente Franco Bologna non si arrende e ha già annunciato ricorso in appello.

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