Cronache

Omicidio di Melania Due operai nel mirino

Colpo di scena al processo contro Parolisi: il gup dispone il test del Dna su padre e figlio macedoni: si trovavano a colle San Marco. Un cane fiutò le loro tracce

Omicidio di Melania Due operai nel mirino

I due macedoni, padre e figlio che occupavano una roulotte vicino a Colle San Marco (Ascoli Piceno) dove stavano eseguendo dei lavori, saranno interrogati dal giudice dell’udienza preliminare di Teramo, Marina Tommolini, titolare del processo (Rito abbreviato condizionato) a carico dal caporal maggiore, Salvatore Parolisi. Il sottufficiale è l’unico imputato per la morte della moglie, Melania Rea, massacrata con 39 coltellate dopo essere sparita il 18 aprile dell’anno scorso e ritrovata morta due giorni più tardi nel Bosco delle casermette Teramo. Ai due stranieri verrà prelevato un campione di saliva per confrontare il loro Dna con le tracce trovate sulla bocca della vittima.

Colpo di scena dunque, all’udienza celebratasi ieri, a porte chiuse e durata circa sei ore. Altri due uomini, dunque sono entrati nel processo a carico del caporal maggiore Parolisi. Ma, i due macedoni non sono degli sconosciuti per chi ha indagato finora. Erano già entrati, infatti, nella fase istruttoria, quando titolare dell’indagine era la Procura di Ascoli Piceno. La loro posizione fu poi archiviata dai pm e, quando l’inchiesta, per competenza territoriale passò ai colleghi di Teramo, questi decisero di non ripetere gli accertamenti sui due extracomunitari.

A padre e figlio si era arrivati attraverso l’impiego di un cane molecolare che si avvicinò a una roulotte e a una Fiat Punto, di proprietà dei due macedoni, impegnati in lavori di ristrutturazione a un monumento nella zona di colle San Marco. I pm ascolani indagarono padre e figlio per compiere gli accertamenti sulla loro auto e sulla roulotte ma, poi archiviarono la loro posizione. Nel corso dell’udienza di ieri, il gup Tommolini ha ritenuto di doverli ascoltare e lo farà il prossimo 30 maggio. Non sarebbe da escludere che tra due mesi potrebbero essere posti a confronto i due conduttori dei cani molecolari utilizzati durante le ricerche a Colle San Marco, Peres e Macciò. La decisione di fissare una nuova udienza il 30 maggio, oltre a quella del 13 luglio, sarebbe stata presa proprio perchè sarebbe stata ritenuta lacunosa la deposizione del terzo testimone indicato dalla difesa e sentito ieri, ovvero Stefano Macciò.

L’udienza era iniziata con l’incarico ai periti da parte del gup Tommolini. Il giudice ha affidato la superperizia chiesta dalla difesa al medico legale Gianluca Bruno e alla genetista Sara Gino. Ma è prevista la presenza di altri cinque periti: Adriano Tagliabracci, per la Procura, Lorenzo Varetto ed Emiliano Giardina, per la difesa di Parolisi, Francesco Introna e Marina Baldi, per la famiglia di Melania. I periti dovranno stabilire l'ora della morte della donna e la dinamica del delitto, come chiesto dai difensori di Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. I legali del sottufficiale hanno anche ottenuto che vengano ascoltati tre testimoni: il conduttore del cane molecolare usato per le ricerche ma già definito inaffidabile dalla Procura; un ragazzo che ha dichiarato di aver visto un uomo vestito di scuro sul pianoro di Colle San Marco (Ascoli Piceno) e una vedetta del battaglione di Chieti, in servizio vicino al poligono di Ripe il quale non avrebbe visto l'auto di Parolisi transitare nella zona dove fu poi trovato il corpo di Melania.

Ieri in aula c’era anche la madre di Melania. «Provo un profondo dolore a vedere Salvatore» ha detto in lacrime.

Solo una volta, fugacemente, lo sguardo dell’imputato si è incrociato con quello dei genitori e del fratello di Melania.

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