Cronache

Omicidio Sacchi, l'ipotesi: "Nello zaino ​35mila euro per la coca"

Gli inquirenti starebbe seguendo la pista della compravendita di droga. Sul posto anche un amico di Luca, "contatto" con Valerio Del Grosso

Omicidio Sacchi, l'ipotesi: "Nello zaino ​35mila euro per la coca"

Sembra sempre più plausibile che dietro la morte di Luca Sacchi, il personal trainer 24enne ucciso da un colpo di pistola alla nuca, fuori da un pub di Roma, ci sia una compravendita di droga. Secondo quanto riporta la Stampa, però, i giovani potrebbero aver cercato di comprare cocaina, non marijuana, come si pensava in un primo momento.

Sarebbe questa la pista seguita dagli inquirenti. Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, infatti, emerge la presenza, sul luogo del delitto, di un altro ragazzo, con precedenti per droga. Si tratterebbe di un amico di Luca, probabilmente il "contatto" tra i due fidanzati e Valerio Del Grosso, il killer che ha sparato, ora in carcere insieme a Paolo Pirino, con l'accusa di omicidio. La presenza del "contatto" è stata confermata da diversi testimoni, che hanno rivelato come il ragazzo si sia allontanato prima dell'arrivo dei carabinieri.

Un altro tesimone ha dichiarato di essere stato "incaricato da Valerio Del Grosso di verificare se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare, come convenuto, della 'merce'" e di essere poi andato in via Latina, "incontrando alle 21,30 del 23 ottobre l'amico intimo di Sacchi, al quale si presentava come inviato di Valerio". E qui entra in gioco Anastasiya, la ragazza di Luca Sacchi, che "aveva lasciato uno zaino che il testimone stesso aveva constatato contenere soldi divisi in mazzette da 20 e da 50 euro". .

Poi, Pirino e Del Grosso avrebbero rapinato i giovani, notando la quantità di denato presente nello zaino, e Del Grosso avrebbe sparato il colpo fatale.

Secondo quanto riporta la Stampa, nello zaino della ragazza ci sarebbero stati 35mila euro, non 2mila come ipotizzato in un primo momento. E il 24enne sarebbe stato ucciso durante una compravendita di cocaina. Infatti, secondo gli accertamenti di polizia e carabinieri, il giro di pusher che affianca Del Grosso sarebbe specializzato nella vendita di cocaina e non di marijuana. Intanto, gli esami autoptici sul corpo del ragazzo hanno escluso che facesse uso di sostanze stupefacenti.

Ma tutta la vicenda, in realtà è ancora piena di misteri, a partire dal racconto della ragazza di Luca, pieno di ombre e incongruenze. La ragazza sarà nuovamente interrogata, come testimone. Anastasiya dovrà chiarire molti dubbi, a partire dalla dinamica dell'aggressione. Lei, infatti, ha sempre sostenuto di essere stata aggredita con una mazza, motivo dell'intervento del fidanzato, che voleva difenderla. Ma, secondo un testimone, Del Grosso sarebbe sceso dall'auto (una Smart bianca) già con la pistola in pugno: "Aveva un braccio teso lungo il corpo, come se impugnasse qualcosa. Giunto all'altezza dell'incrocio questi alza il braccio e subito dopo si sente un forte fragore e un lampo di luce provenire dalle mani del ragazzo".

"Nessuna storia di droga", aveva assicurato Anastasiya dopo l'omicidio ma, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i tabulati telefonici indicherebbero una telefonata, avvenuta due giorni prima della presunta trattativa per droga: la ragazza avrebbe contattato in prima persona i due pusher 21enni, ora in carcere per omicidio.

Poi c'è il giallo degli zaini: potrebbero essere stati due, visto che un testimone sostiene di averne visto uno sulle spalle della ragazza, mentre tentava di soccorrere Luca. Ma ora, che fine ha fatto quello zaino? E cosa conteneva?

Tutte domande alle quali potrebbe rispondere la ragazza, quando sarà riascoltata dagli inquirenti.

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