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Paghiamo la Tunisia e chiudiamola qui

Le trattative con gli altri Paesi europei per arginare e regolare i flussi migratori vanno a singhiozzo

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Le trattative con gli altri Paesi europei per arginare e regolare i flussi migratori vanno a singhiozzo, un giorno il barometro segna bel tempo, quello successivo temporali in arrivo. La strada del dialogo e del confronto intrapresa dal nostro governo è quella giusta, ma i tempi di percorrenza restano incerti. Se non vogliamo prenderci in giro, l'unica soluzione concreta ed efficace che ha sempre funzionato è pagare i Paesi da dove salpano le flotte illegali, nel caso che più ci riguarda la Tunisia, perché loro facciano da argine. Bello? No. È nell'interesse nazionale? Certamente sì.

Nel 2016 Angela Merkel volò ad Ankara con una valigetta contenente sette miliardi di euro che consegnò a nome dell'Europa al dittatore Erdogan perché la Turchia chiudesse la rotta balcanica che stava inondando la Germania di profughi. Prima di lei, Silvio Berlusconi fece più o meno la stessa cosa, ma con soldi solo italiani, con la Libia del colonnello Gheddafi. In entrambi i casi i flussi clandestini si fermarono il giorno dopo.

Quello che non capisco è perché noi ci facciamo più scrupoli etici e politici di quanti se ne fece la Merkel. Perché il presidente tunisino Saied è un tiranno? Già, perché invece Erdogan è un sincero democratico... No, il motivo è che la sinistra europea e Francia e Germania hanno tutto l'interesse a tenere l'Italia sotto scacco, soprattutto in un anno elettorale. E per questo stanno boicottando il finanziamento comunitario di oltre un miliardo (prima rata 250 milioni) che Giorgia Meloni e la presidente Ursula von der Leyen hanno recentemente promesso a Tunisi.

Bene, siccome le cose stanno così, perché non fare da soli? Prendere, tanto per cominciare, 250 dei nostri milioni (per i conti dello Stato sono poco più di un bel pranzo nel bilancio di una famiglia) e bonificarli a Saied in cambio di un forte contrasto alle partenze clandestine. Certo, potrebbe non funzionare con Erdogan e Gheddafi eccome se ha funzionato -, ma ci costerebbe assai meno dei 3,5 miliardi che ogni anno spendiamo per fare fronte all'emergenza in casa nostra. Diciamolo chiaramente: libertà e sicurezza hanno un prezzo, c'è solo da decidere la convenienza.

E a noi, a occhio, converrebbe pagare e chiuderla qui.

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