Cronache

Palermo, sfratto coatto per malato terminale

"Voglio morire nel mio letto", lo ha detto più di una volta nonno Mariano, ultra novantenne malato terminale e costretto a vivere a letto a causa delle sue numerose patologie

Palermo, sfratto coatto per malato terminale

«Voglio morire nel mio letto», lo ha detto più di una volta nonno Mariano, ultra novantenne malato terminale e costretto a vivere a letto a causa delle sue numerose patologie. Questa mattina l’uomo è stato sfrattato dalla sua casa di Palermo di via Diana a Partanna Mondello. A trasportarlo, contro il volere delle figlie che fino all’ultimo di sono opposte, è stata un’ambulanza - su ordine del Tribunale - che lo ha portato in una casa di cura.

La vicenda è al centro di una querelle familiare per un’eredità immobiliare contestata tra due famiglie, ma a pagarne le conseguenze è stato l’uomo proprietario dell’immobile al secondo piano di una palazzina fatiscente. Una vicenda intricata che vede da un lato l’applicazione della legge e dall’altro la possibilità che un uomo possa vivere fino alla fine nella propria casa. Lo scorso 7 settembre era stato già previsto lo sfratto definitivo, che arrivava dopo una serie infinita di proroghe. L’uomo però, una settimana fa mentre i barellieri lo spostavano ha avuto un peggioramento delle sue condizioni e così, si è disposto il rinvio dello sfratto di un’altra settimana. Oggi però, non c'è stato più tempo per pietà o rinvii.

A chiedere espressamente lo sfratto è stata la nipote di Mariano, Isabella, che con il marito Pino ha comprato all’asta la parte della casa che apparteneva a Mariano per una cifra irrisoria divenendo di fatto proprietaria dell’intero immobile. Isabella ha vinto in tutti i gradi di giudizio e ha chiesto lo sgombero di quello che è a tutti gli effetti suo nonno Mariano. L’uomo talaltro appena qualche mese fa ha perso la moglie anche lei costretta a letto. Sui social una petizione online e una pagina Facebook «Tutti uniti per nonno Mariano» è stata seguita da migliaia di utenti. Peccato che in strada stamattina non ci fossero più di 50 persone pronte a fermare lo sfratto. «Come si fa a sfrattare una persona in quelle condizioni - si sfoga una signora -.

Dov’è tutta la gente che si era detta pronta a sostenerci?».

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