Cronache

Il papa ai gesuiti: "La Chiesa è ferita da tensioni interne"

Papa Francesco, nel consueto dialogo svolto con la Compagnia di Gesù, ha parlato delle "tensioni" presenti nella Chiesa e della corretta risposta da fornire

Il papa ai gesuiti: "La Chiesa è ferita da tensioni interne"

"La Chiesa è ferita da tensioni interne. Serve mitezza". Quando papa Francesco si reca in visita apostolica è consuetudine per lui incontrare la comunità dei gesuiti presenti nella nazione interessata dal viaggio.

Poi, il resoconto di quella che è ben più di una semplice chiacchierata tra il vescovo di Roma e i religiosi dell'ordine fondato da Sant'Ignazio nella prima metà del 1500' viene di solito, così com'è accaduto in questo caso, pubblicato sul sito de La Civiltà Cattolica: una rivista dalla connotazione storica, che è diretta da padre Antonio Spadaro, l'ecclesiastico che alcuni hanno individuato essere lo "spin doctor" del pontefice argentino. Il virgolettato sulle disarmonie ecclesiastiche fa parte di questo filone: Jorge Mario Bergoglio, parlando ai membri della Compagnia di Gesù, ha citato la ὑπομονή (hypomone) una parola greca che potrebbe essere tradotta con "perseveranza", rintracciabile pure in parecchi scritti di Benedetto XVI, tra cui l'enciclica Spe Salvi.

Ill vescovo di Roma, ponendo la questione delle "tensioni interne", ha deciso di non nascondersi dietro un dito. Non ha parlato in maniera diretta di "divisioni", pure perché questo termine, per il vertice della Chiesa cattolica, riguarda soprattutto, se non solo, l'attività del maligno. La Chiesa non dovrebbe disunirsi. Prima di allora, il papa aveva parlato dello stato di salute della Chiesa cattolica, definendola "ferita". Poi è arrivata la riflessione sul da farsi, dopo un quesito posto in relazione alle critiche cui i gesuiti sono sottoposti non di rado. Il tutto è approfondibile su La Stampa. E bene, il Santo Padre fa presente l'esempio evangelico di Gesù, che "Non si metteva a litigare con i farisei e i sadducei, come aveva fatto prima quando loro tentavano di tendere tranelli". Ma a quali "tensioni" si riferisce la massima espressione della "teologia del popolo"? Difficile comprenderlo con certezza.

In questi giorni è tornato a parlare Mons. Carlo Maria Viganò, l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti che la scorsa estate aveva almeno consigliato al Santo Padre di riunciare al soglio di Pietro in virtù del caso dell'ex cardinal Theodore McCarrick e di quello che l'arcivescovo italiano sostiene relativamente a quella storia. Poi, c'è stata una "dichiarazione" da parte dei tradizionalisti, capitanati, per così dire, dai cardinali Burke e Pujats. Quel documento, ancora una volta, ho voluto rimarcare quelle che quel fronte ritiene essere "verità di fede" inoppugnabili, da ripristinare in opposizione alla "confusione imperante".

Non si è trattato di una vera e propria correzione, ma c'è pure chi ha voluto interpretare il testo come una ennesima rimostranza diretta a smentire alcune "aperture dottrinali". Sono questi i dissidi cui è sembrato riferirsi il Santo Padre, Non è semplice da stabilire.

Di certo c'è che il pontefice argentino ha risposto alla domanda postagli, consigliando agli astanti la "mitezza".

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