Cronache

Papa Francesco contro il populismo: "È un pericolo"

Il Pontefice attacca anche l'ergastolo: "Non è la soluzione dei problemi, ma un problema da risolvere. Mai privare del diritto di ricominciare"

Papa Francesco contro il populismo: "È un pericolo"

Papa Francesco lancia l'allarme populismo: "È un pericolo di questo tempo della nostra civiltà: i particolarismi che diventano populismi e vogliono comandare e uniformare tutto". L'anno scorso il Pontefice aveva dichiarato che l'unico populismo possibile è quello cristiano: "Abbiate paura della sordità di non ascoltare il popolo, questo è l'unico populismo cristiano: ascoltare il popolo".

Il Santo Padre, ricevendo in Udienza i vescovi orientali cattolici in Europa in occasione dell'incontro annuale organizzato dal Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, ha parlato anche della comunione cattolica: "Fa parte della vostra identità particolare ma non le toglie nulla, anzi contribuisce a realizzarla pienamente, ad esempio proteggendola dalla tentazione di chiudersi in sé stessa e di cadere in particolarismi nazionali o etnici escludenti". Si tratta di una fedeltà "preziosa del vostro patrimonio di fede, un segno distintivo indelebile, come ci ricorda uno dei martiri romeni che, davanti a chi gli chiedeva di abiurare la propria comunione cattolica, disse: 'La mia fede è la mia vita'".

No all'ergastolo

Sua Santità ha toccato anche il tema dell'ergastolo: "Non è la soluzione dei problemi, lo ripeto: l'ergastolo non è la soluzione dei problemi, ma un problema da risolvere. Perché se si chiude in cella la speranza, non c'è futuro per la società. Mai privare del diritto di ricominciare!". Un monito è arrivato anche al problema del sovraffollamento: "Accresce in tutti un senso di debolezza se non di sfinimento. Quando le forze diminuiscono, la sfiducia aumenta. È essenziale garantire condizioni di vita decorose, altrimenti le carceri diventano polveriere di rabbia anziché luoghi di ricupero".

Tra le tante questioni trattate anche quella delle disuguaglianze e delle divisioni: "Minacciano la pace. Sentiamoci chiamati ad essere artigiani di dialogo, promotori di riconciliazione, pazienti costruttori di una civiltà dell'incontro, che preservi i nostri tempi dall'inciviltà dello scontro.

Mentre tanti si fanno risucchiare dalla spirale della violenza, dal circolo vizioso delle rivendicazioni e delle continue accuse reciproche, il Signore ci vuole seminatori miti del Vangelo dell'amore".

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