Cronache

Il "cerchio magico" del Papa sotto accusa: una corte piena di scandali

Molti dei consacrati considerati "vicini" al Papa sono stati tirati in ballo da varie accuse, ma i "progressisti" sono anche quelli della riforma radicale della Chiesa cattolica

Il "cerchio magico" del Papa sotto accusa: una corte piena di scandali

Spesso ci si domanda come sia possibile che il cosiddetto "fronte tradizionale" abbia preso di mira, sin dall'inizio di questo pontificato, il "cerchio magico", cioè i cardinali più vicini, per prossimità ideologica e "politica ecclesiastica", al Papa della Chiesa cattolica.

Se ne parla in termini di contrapposizione idealistica, ma esistono delle vicende su cui la cosiddetta "opposizione" a Jorge Mario Bergoglio poggia le sue argomentazioni. Il caso più eclatante è quello di Theodore McCarrick, che il pontefice argentino ha ridotto allo stato laicale. Bisogna partire da un presupposto: l'ex cardinale era considerato un progressista, quindi uno dei potenziali elettori dell'argentino. Perché la narrativa, quella deducibile dalle poche ricostruzioni esistenti, prevede che il pontefice, durante lo scorso Conclave, sia stato selezionato dalla cosiddetta "sinistra ecclesiale", che voleva strappare rispetto al conservatorismo di Joseph Ratzinger.

In relazione a McCarrick, vertice di quella che sarebbe state, e che magari ancora è, una sorta di corrente, sono arrivate accuse relative ad abusi ai danni di seminaristi. Le stesse che sono state ritenute "credibili" dalla diocesi di New York. Il Santo Padre, prescindendo da quello che sostiene sul caso l'ex nunzio Carlo Maria Viganò, è intervenuto sino a "scardinalare" Zio Ted, mentre il Vaticano sta indagando. Ma McCarrick rimane, nelle enumerazioni giornalistiche dei critici del vescovo di Roma, un "bergogliano".

Il cardinal George Pell non è mai stato associato al "progressismo", ma è comunque l'alto ecclesiastico che l'ex arcivescovo di Buenos Aires aveva individuato per guidare la Segreteria per l'Economia: è stato condannato in primo grado, lo scorso dicembre, per violenza sessuale. Per comprendere a pieno, però, perché lo scontro, oltre che sul piano delle cronache, si svolga anche su quello ideologico, conviene tornare negli Stati Uniti, dove risiede anche il cardinale Donald Wuerl, "bergogliano" a sua volta, successore di McCarrick a Washington, e dimessosi dopo le proteste dei suoi stessi fedeli per via della sollevazione di accuse per "mala gestione". Sì, ma "mala gestione" rispetto a cosa? A casi di abusi ai danni di minori.

Questa "filiera", che sarebbe unita soprattutto dalla comune visione sul da farsi in termini di aperture dottrinali, secondo i tradizionalisti, si estende fino ai nomi dei cardinali Cupich, Farrell e Tobin, che però non sono mai stati coinvolti in vicende di abusi. Qualcuno ha ipotizzato che Farrell non potesse non sapere nulla dei comportamenti di McCarrick, abitando nello stesso appartamento del suo "collega" statunitense. Ci sarebbe, poi, anche il cardinale belga Godfried Danneels, quello della "mafia di San Gallo", che è deceduto a marzo scorso. Egli, come riportato pure su IlMessaggero, avrebbe caldeggiato, insieme al cardinal Carlo Maria Martini ed altri, la necessità che la Chiesa venisse riformata, in maniera radicale, dall'interno. Come? Magari eleggendo un papa in linea con quelle istanze. E il Sinodo sull'Amazzonia, quello che dovrebbe aprire ai sacerdoti sposati e all'istituzione di una specie di ministero femminile, rappresenta per i conservatori l'apice di questo disegno ultra-progressista.

Insomma, quelo che alcuni ambienti cattolici ritengono essere il "cerchio magico" del Papa viene tirato in ballo attraverso due diverse sfere argomentative: una riguarda quello che accade dentro la Chiesa; l'altra descrive, in modo allarmato, quello che i cardinali progressisti hanno in mente per il futuro del cattolicesimo. Ma non si tratta solo di cardinali. Si pensi, per esempio, al vescovo argentino Zanchetta, che Bergoglio ha nominato all'Apsa, dopo che un allontanamento dalla diocesi in cui il presule era incaricato. Perché? All'inizio si pensava non andasse troppo d'accordo con il clero di quel luogo, poi sono arrivate le accuse per presunti abusi.

E il "fronte tradizionale" ne ha iniziato a parlare.

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