Politica

Piazza Scala

Piazza Scala

C'è la piazza che applaude Greta perché vuole rottamare la politica per salvare l'ambiente. C'è la piazza delle Sardine che applaude se stessa perché vuole rottamare non si capisce bene cosa. Poi c'è un'altra piazza - quella del teatro alla Scala - che tributa una lunga ovazione al presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando appare sul palco reale alla tradizionale prima di Sant'Ambrogio.

Delle prime due piazze sappiamo tutto, della terza - molto più piccola e molto più esclusiva - sappiamo poco. Chi era presente alla Prima racconta di un applauso spontaneo, sincero e quasi implorante non rivolto a chi vuole disfare quel poco che resta delle istituzioni, ma all'uomo che quel poco rappresenta e difende. E qui sta la novità che travalica il galateo della serata.

Si può essere d'accordo o no con le scelte fatte da Mattarella nel corso del suo mandato (alcune le abbiamo criticate anche noi), si può non essere stati sempre d'accordo sulla sua parabola politica, ma oggi è di fatto lui il baluardo contro l'impazzimento della politica virtuale e della società che ondeggia tra una demagogia e l'altra. Ad applaudirlo speranzosi non sono stati nobili decaduti nostalgici di Tosca. E sarebbe un errore farsi depistare nel giudizio dai loro vestiti e acconciature novecentesche. A battere le mani alla Scala c'era una folta rappresentanza della prima linea della classe dirigente del Paese. Gente che, anche se non più giovane, guarda al futuro più e meglio di un ragazzo, gente che chiede ai governanti regole certe, serietà, responsabilità. Gente che non trova risposte e teme di non trovarle più. Non ascoltare quella ovazione e continuare a inseguire soltanto i battimani gretini e sardini sarebbe cosa assi pericolosa.

Dalla «piazza» della Scala è arrivato un segnale chiaro: per favore basta con le baracconate quotidiane dentro e fuori il Parlamento e il governo; basta con i politici e le politiche improvvisate e basta inseguire le mode che anche in politica hanno il respiro di una mezza stagione. Io mi auguro che il presidente Mattarella abbia colto il senso di quel lungo applauso che andava oltre la sua persona. E mi auguro che sia conseguente.

Gli strumenti, ufficiali e ufficiosi, per farlo non gli mancano.

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