Economia

Il premier può salvare Mps senza colpire i risparmiatori

Secondo i pm i clienti sono stati truffati: per cui lo Stato può intervenire evitando le conseguenze del "bail-in"

Il premier può salvare Mps senza colpire i risparmiatori

La decisione del gup del tribunale di Milano di rinviare a giudizio i vecchi vertici del Monte dei Paschi di Siena per i reati di manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all'autorità di vigilanza, apre la porta a un aiuto di Stato, almeno come garanzia a chi ne sottoscriva la ricapitalizzazione, senza che scattino le norme a danno dei diritti degli azionisti e degli obbligazionisti e dei depositanti di importi molto elevati - stabilite dalle regole europee sul bail-in, per gli aiuti di Stato alle banche in difficoltà.

Infatti la recente sentenza della Corte di giustizia europea sul caso Slovenia esclude l'annullamento di questi diritti stabilito dal bail-in, nel caso in cui i risparmiatori siano stati ingannati. Ciò in base alla norma dell'articolo 52, riguardante la tutela del diritto di proprietà privata della Carta dei diritti, che è stato recepito dal trattato dell'Unione europea, dopo le modifiche stabilite nel 2012 a Lisbona.

La Corte di giustizia europea fa riferimento all'articolo 59 della direttiva europea sul bail-in che stabilisce che le limitazioni dei diritti degli azionisti e creditori dovrebbero essere conformi al nuovo articolo 52.

Il ragionamento che si fa, con queste regole ed eccezioni, è che le norme che tolgono ai risparmiatori che investono nelle banche una parte sostanziale dei loro diritti, quando le banche ricevono un aiuto pubblico, sono adottate per evitare che si facciano investimenti in istituti ad alto rischio contando che lo Stato poi li aiuti.

Ora se - come si legge nel rinvio a giudizio del tribunale di Milano - il bilancio del Monte dei Paschi è stato falsificato, i prospetti della banca sono stati falsificati e il mercato è stato manipolato, ciò comporta che i risparmiatori non hanno affatto investito in una banca che risultava a rischio, contando sull'aiuto pubblico, ma sono stati imbrogliati.

Hanno fatto un investimento che a loro pareva buono. Se si toglie un diritto di proprietà al risparmiatore che agisce in buona fede nell'ambito del suo diritto di proprietà, informandosi in modo corretto sulla validità dell'impiego bancario, si viola palesemente la Carta europea dei diritti.

Ecco quindi che si rende opportuno e possibile l'aiuto di Stato, limitato al minimo necessario, senza che scatti la lama che taglia i diritti del risparmiatore, prevista dal bail-in. La cui ragionevolezza - comunque - a me pare già di per sé molto discutibile, ma è ormai una direttiva europea recepita dall'Italia senza alcuna resistenza politica del governo attuale.

Si dirà che un rinvio a giudizio non è una condanna e non costituisce prova. Ma le perizie per il tribunale di Milano e i verbali della Guardia di finanza che esso ha ricevuto, provano che il risparmiatore e il mercato non sono stati informati in modo corretto. Se ciò non basta a dire che c'è un dolo o colpa grave dei vertici della banca di allora, comunque basta per stabilire che i risparmiatori sono stati disinformati.

Ma perché il governo sta alla finestra e non fa nulla mentre c'è questa girandola di cambio di vertici del Monte dei Paschi, i suoi titoli vanno giù, il risanamento non emerge e tutti i titoli bancari ne soffrono? Che cosa spiega questa stasi del governo? Il fatto è che un intervento pubblico esige trasparenza e verrebbero alla luce tutti legami tra Pd, affari e potere politico del Pd toscano con il cui assist si è creato il governo in carica e il suo vertice.

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