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Prende i voti e scappa: così Grillo usa il centrodestra

Contro il governo in tanti scelgono l'antipolitica: ma è una fregatura

Prende i voti e scappa: così Grillo usa il centrodestra

Renzi dice che quello di domenica non è stato un voto di protesta, ma di cambiamento. Quello che ha taciuto, o che non ha capito, è che gli italiani vogliono cambiare proprio lui. Al punto da stringere alleanze innaturali pur di mandarlo a casa. L'analisi dei flussi elettorali dimostra infatti che Grillo ha vinto col massiccio contributo degli elettori del centrodestra rimasti orfani di candidati nei ballottaggi di Roma e Torino. Niente di male, per carità, gli elettori non sono proprietà privata. I grillini giustamente incassano e non ricambiano il favore, né a Milano né a Bologna, dove i candidati del centrodestra non hanno racimolato un voto in più dei loro.

Questa strana e spontanea alleanza scombussola tutti i piani di Renzi e riduce di fatto a un lumicino la sua speranza di vincere un domani le elezioni politiche con la nuova legge elettorale da lui voluta che prevede il ballottaggio tra le prime due liste del primo turno. La qual cosa ha aspetti interessanti, se non divertenti. Fa meno ridere invece il fatto che un elettore di centrodestra sia disposto ad affidare il governo della sua città a un movimento oscurantista. I Cinquestelle sono infatti ciò che di più lontano esiste dal modello di società liberale: sono assistenzialisti (reddito minimo garantito anche ai fannulloni), dei signor no a qualsiasi iniziativa privata e pubblica (no Tav, no Olimpiadi, no inceneritori, no nuovi stadi), sono moralisti e giustizialisti (soprattutto con gli altri), auspicano la decrescita felice. Altro che «anti-ideologici», le idee le hanno ben chiare. E in quasi nessun caso coincidono con le nostre.

Meglio la Raggi di Giachetti, la Appendino di Fassino? Sì, se guardiamo la faccenda con gli occhiali della storia recente. Non ne sarei così sicuro se con il binocolo volessimo scrutare il futuro. A me, un sindaco vincolato a un contratto con una società privata la Casaleggio associati fa più paura di un ex comunista. È vero che vanno prima visti all'opera, per evitare pregiudizi, e non escludo che possano anche sorprendere in positivo. Ma detto questo non capisco l'idea di un pezzo di centrodestra il duo Salvini/Meloni di fare ufficialmente da ruota di scorta a chi mai li farà sedere a tavola con loro.

L'unico centrodestra possibile, attualmente, è quello messo in campo a Milano. Città dove più che aver vinto Sala ha perso Parisi, per un errore di valutazione. Dopo il miracolo del primo turno, ha pensato di poter fare da solo e ha preso platealmente le distanze dai partiti che lo sostenevano. Solo che il centrodestra non è l'antipolitica, è «la» politica. C'è bisogno di bandiere e passioni, di accordi e slanci. C'è bisogno di voti da andare a prendere casa per casa.

Essere bravi e perbene non sempre basta.

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