Cronache

La proporzione perfetta che può ridisegnare il viso

Si chiama metodo Smiller ed è stato inventato da un medico esperto in fisiognomica: ridona al volto l'armonia delle forme con un'analisi computerizzata

Medicina e chirurgia estetica, a volte sinonimi di perfezione, a volte di esagerazione. Risultati così diversi che suscitano una domanda: esiste davvero la bellezza oggettiva? Il primo a parlare di un vero e proprio canone di bellezza fu lo scultore Policleto con un trattato sulle misure medie dell'anatomia umana. Leonardo da Vinci, poi, individuò le proporzioni ideali del viso, secondo cui la distanza tra gli occhi e la larghezza della base nasale doveva essere la stessa. Oggi si parla soprattutto di bellezza coerente con la propria personalità. Ovvero la ricerca delle proporzioni perfette tenendo conto dei lineamenti e dalle peculiarità di ciascuna persona. «È dimostrato scientificamente - spiega la dottoressa Lia Pappagallo Smiller, medico chirurgo, odontoiatra esperta in fisiognomica - che di fronte ad immagini riflettenti criteri di simmetria, armonia e proporzione, si attivano sempre e solo le stesse aree del cervello, che contribuiscono così alla percezione del bello».

La dottoressa Lia Smiller ha messo a punto il «metodo Smiller» che, grazie al Medical Beauty Coordinator, è in grado di ricostruire l'armonia delle forme di ognuno di noi attraverso una analisi computerizzata del volto e che permette di vedere in anteprima la trasformazione estetica del paziente e i trattamenti clinici eseguibili. «È una tecnologia computerizzata capace di mettere in atto i principi della sezione aurea, che come noto rappresentano uno dei parametri geometrici che l'occhio umano trova piacevoli, in virtù di una sorta di predisposizione innata a percepirli come armonici - spiega Lia Smiller - il protocollo operativo consiste nel visitare il paziente, fotografarlo e trasferirne l'immagine ai sistemi operativi del software Smiller che provvederanno a sovrapporvi una specie di griglia, in modo da poter valutare quali e quante correzioni saranno necessarie per rendere più bello il volto stesso. Questo approccio può essere paragonato alle modalità di preparazione degli identikit, perché sulla griglia si può cambiare la forma dei denti, delle labbra, degli occhi, del naso ricostruendo graficamente il volto. Il report finale diventa così il miglior strumento di comunicazione tra il medico e il paziente».

In tal modo le proporzioni di bellezza diventano oggettive e da fare emergere tenendo conto dell'unicità del viso. «Il volto umano non è una tela bianca sulla quale disegnare liberamente - afferma la dottoressa Smiller - l'aspetto finale sarà sempre la risultante delle fattezze originali viste attraverso il trattamento medico sovrapposto. Per progettare un abbellimento del volto o un cambiamento estetico di un tratto, è necessaria un'approfondita analisi dei piani del viso, alla ricerca dell'esistenza delle proporzioni classiche del volto, utili a capire quanto siano esigue le fisionomie che rientrano in questi canoni. Quando davanti a un viso ci si chiede se non ci sia qualcosa che non va, spesso si arriva a scoprire che alcune proporzioni classiche non sono rispettate. Per un'innata predisposizione genetica riconosciamo come armonico e piacevole tutto ciò che rispetta la proporzione aurea, un numero a cui i nostri lineamenti devono rispondere». Non solo ritocchini qua e là fini a stessi quindi, i più richiesti sono i filler a base di acido ialuronico alle labbra e la tossina botulinica, ma un approccio di etica più estetica, ovvero un lavoro completo di armonizzazione del volto e dell'immagine nella sua completezza.

«La medicina estetica deve rassicurare e migliorare - conclude Lia Smiller - dobbiamo allontanarci dall'effetto operato e artefatto perché si rischia di innescare un processo psicologico che allontana dalla realtà e dall'obiettività».

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