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Querelato da Casarini e criticato dalla sinistra: oggi i fatti danno ragione al sindaco di Sesto San Giovanni

Roberto Di Stefano, primo cittadino di Sesto San Giovanni, aveva criticato un'iniziativa nel suo comune a favore di Mediterranea Saving Humans, evidenziando la presenza di indagini contro Luca Casarini. Per questo motivo era stato denunciato dallo stesso ex attivista no global

Querelato da Casarini e criticato dalla sinistra: oggi i fatti danno ragione al sindaco di Sesto San Giovanni

Per il sindaco di Sesto San Giovanni il nuovo anno era iniziato con una trasferta a Palermo, lì dove ha risposto ad alcune domande degli inquirenti per un'inchiesta a suo carico. Roberto Di Stefano, questo il nome del primo cittadino, era stato trascinato in tribunale da Luca Casarini.

L'ex attivista no global e adesso capomissione della Mare Jonio, nave ammiraglia dell'Ong italiana Mediterranea Saving Humans, aveva querelato il sindaco del comune dell'area metropolitana di Milano. Da qui la convocazione a Palermo. A distanza di mesi, la situazione in qualche modo sembra ribaltata.

Il perché è presto detto. Dopo la convocazione nel capoluogo siciliano, era stato lo stesso Di Stefano a spiegare in un video su Facebook i motivi della querela di Casarini. I fatti risalivano all'anno precedente, quando il primo cittadino aveva contestato una raccolta fondi a favore di Mediterranea all'interno di un oratorio di Sesto San Giovanni: “Pur rispettando le idee di tutti – aveva dichiarato nel video il sindaco – avevo semplicemente fatto notare che l'oratorio non fosse il luogo più adeguato per fare politica, ricordando come lo stesso Casarini fosse stato indagato per favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Cosa certificata, poi, dalla realtà ”.

Ma proprio quest'ultima affermazione ha fatto scattare la denuncia. Non la prima da parte dello stesso Casarini. Analogo motivo ha portato il capomissione della Mare Jonio ad esporre querela contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini: “In pratica – aveva ancora commentato Roberto Di Stefano – questo signore non vuole che si dica che c'è un legame tra alcune Ong e i clandestini. Immaginatevi quale grande offesa nei suoi confronti”.

Adesso però è Casarini ad essere indagato, proprio come aveva dichiarato a gennaio il primo cittadino di Sesto San Giovanni. L'ex attivista no global il primo marzo scorso è stato raggiunto da un'indagine portata avanti dalla procura di Ragusa.

Gli inquirenti hanno come obiettivo fare luce su un possibile accordo preventivo tra la Idra Social Shipping, società armatrice della Mare Jonio, e la Maersk Tankers, società proprietaria della Marsk Etienne. Da quest'ultima nave l'11 settembre 2020 erano stati trasbordati 27 migranti sulla Mare Jonio. Per i magistrati di Ragusa il tutto è stato figlio di un accordo preventivo, per la difesa invece si tratterebbe di un'intesa siglata dopo il trasbordo sulla base della Convenzione di Londra.

Il bonifico da 125mila Euro è stato effettivamente erogato dalla società danese a favore della Idro Social Shipping nel novembre 2020. Su questo passaggio di denaro si stanno concentrando buona parte delle indagini.

Alla luce dell'inchiesta ragusana, la querela verso il sindaco di Sesto appare ancora più ingiusta. Il riferimento del primo cittadino era verso un'altra inchiesta che ha coinvolto Casarini, poi archiviata dal tribunale di Agrigento, riguardante il caso Mare Jonio del marzo 2019. Ad ogni modo, delle indagini effettivamente ci sono state e ci sono. Poche le voci però levatesi a difesa del primo cittadino.

Specialmente da sinistra, da dove all'epoca della sua denuncia politica verso Di Stefano erano pioviute feroci critiche.

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