Cronaca giudiziaria

La colpa peggiore di Fini? Il tradimento politico

A vederlo alla sbarra come un mafioso per un reato spregevole, viene un gran rimpianto

La colpa peggiore di Fini? Il tradimento politico

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Ma il reato imperdonabile è il "riciclaggio politico"

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A vederlo alla sbarra come un mafioso per un reato spregevole, viene un gran rimpianto. Poi passa, quasi subito. Nessuno si augura che Gianfranco Fini venga condannato, la presunzione d'innocenza è un valore sconfinato. Mai come la sua, di presunzione. Quello che poteva essere, è stato. Nonostante lui. A guidare il Paese c'è una grande forza di centrodestra, nata quasi in sordina sulle macerie che ha lasciato lui, per l'intuizione ostinata di Giorgia Meloni e pochi altri. La sua ex coalizione ha retto alle invidie dei tanti sedicenti delfini di Silvio Berlusconi, rivelatisi squali che hanno fatto la fine dei tonni. Lo scandalo della casa di Montecarlo, scoperto da Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica del Giornale, ha solo rivelato la debolezza dell'uomo. Quella del politico era già venuta fuori. Non tanto per quel «fascismo passato alla Storia» di Verona nel 1995 né per il doveroso ma sospetto omaggio a Gerusalemme di fine 2003 o per le radici giudaico-cristiane frettolosamente accartocciate, ma per una storia politica sofferta e archiviata senza una lacrima.

Il vero reato di Fini è il suo tradimento all'elettorato di centrodestra, non al solo Berlusconi. È nel fuoco amico che nel 2010 ha scalfito una coalizione che un giorno l'avrebbe incoronato come leader naturale o forse al Quirinale, chissà. Cedendo alle lusinghe del nemico, Fini ha inaugurato la tragicomica stagione dei governi tecnici, delle maggioranze risibili, degli indicibili accordi alla faccia degli elettori. È stato l'ennesimo pupo che credeva di essere un puparo, ha compromesso una stagione di riforme per partorire un partitino, avvelenando la destra con un populismo anti Cavaliere a cui si sono abbeverati i grillini. Eccolo, il riciclaggio politico. Ha sostituito valori «di destra» con il solito antiberlusconismo per una sua utilità e ha mentito, sui soldi e la casa di Montecarlo ma anche sull'addio al centrodestra, «al fine di ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa». Chissà chi gli aveva promesso cosa per compiere il peggiore delitto politico dal Dopoguerra.

Se vuol fare i nomi, sa dove siamo di casa.

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