Politica

Renzi chiede aiuto a Grillo

Inciucio a Cinque stelle sull'elezione dei giudici della Consulta. Matteo è sempre più debole

Renzi chiede aiuto a Grillo

Fiumi di inchiostro e di parole per sostenere l'equazione Le Pen come Grillo, esultanza per la vittoria ai ballottaggi del fronte repubblicano francese (una sorta di patto del Nazareno in salsa parigina) che ha fermato l'antipolitica demagogica e populista. Passano solo poche ore e la sinistra italiana che fa? Chiede aiuto a Grillo e si allea con i Cinque stelle per votare insieme i tre nuovi membri della Corte costituzionale. Il centrodestra resta così tagliato fuori dalla partita, ma il problema politico è assai più grande e grave. Il fatto è che Renzi, sull'orlo di una crisi di nervi per gli scandali che coinvolgono ministri e parenti, non sa più come fare per uscire dal tunnel dentro cui si è infilato. E allora sfodera la sua arma migliore: comperare voti, ovunque a da chiunque, come fanno i faccendieri, i lobbisti e i mercenari. Prima ha provato a comperare Berlusconi e tutta Forza Italia, poi - respinto - si è accontentato di Verdini e di un gruppo di sbandati. Ora ci prova con Grillo. Più che un «partito della nazione», l'uomo ha in mente un «bordello della nazione» al quale si accede con tariffe in base alla prestazione desiderata. Dicono che ieri il premier abbia preso la decisione di bussare alla porta del comico perché offeso dall'esuberanza verbale di Brunetta, che parlando alla Camera l'ha accusato un po' di tutto. Il che prova ancora di più che per Renzi la politica è «fatto privato». Tu giornale mi critichi? Io ti metto all'indice. Tu Forza Italia mi attacchi? Io ti butto fuori dalla Corte costituzionale. Ma che razza di democrazia è questa? Siamo in mano a un bullo isterico e vendicativo che concepisce il potere come arma personale. Terrore e ricatto spiegano come mai i suoi amici e parenti abbiano potuto combinarne in questi ultimi anni peggio di Bertoldo, di fatto indisturbati. Spiegano la cautela con cui giornali e magistratura trattano ora i numerosi scandali del cerchio magico fiorentino. Semplicemente hanno paura, paura di essere sbranati, rimossi, emarginati perché chi tocca Renzi muore.

Mi sto facendo l'idea che quello delle banche popolari non sia una tragedia del sistema bancario italiano, ma una tragedia del renzismo, cioè di un comitato di affari disinvolto e arrogante che, partito dalla Toscana, ora sta inquinando tutti i pozzi del Paese.

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