Cronache

Roma, agente aggredito ​da tunisini in carcere

Un assistente capo di polizia penitenziaria, P.P., 43 anni, è stato aggredito con una sedia da detenuti tunisini all’interno dell’Istituto penale per i minorenni

Roma, agente aggredito ​da tunisini in carcere

Un assistente capo di polizia penitenziaria, P.P., 43 anni, è stato aggredito con una sedia da detenuti tunisini all’interno dell’Istituto penale per i minorenni "Casal del Marmo". A darne notizia è il segretario generale aggiunto Cisl Fns Massimo Costantino, secondo cui l’assistente era intervenuto per sedare una rissa ed è stato colpito allo zigomo ed altre parti del corpo. Necessarie le cure mediche in ospedale. Nei giorni scorsi - ricorda Costantino - altri detenuti si erano resi responsabili di danneggiamenti, mentre "un poliziotto è attualmente in convalescenza a seguito di un incendio appiccato in una cella circa un mese fa. Al momento i minori ospitati nella struttura sono 70". Dalla Fns Cisl Lazio "un plauso al personale intervenuto poichè con spirito di abnegazione e professionalità ha evitato il peggio e solidarietà al collega a cui va un augurio di una rapida guarigione": ma "occorre che per i detenuti, seppur minori, resisi partecipi di tali aggressioni siano inasprite le pene detentive". Intanto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando è tornato a parlare del rischio radicalizzazione nelle carceri: "Il fenomeno di radicalizzazione nelle carceri va sicuramente seguito perché, come abbiamo visto anche in altri Paesi, la radicalizzazione avviene molto più frequentemente e con più facilità nei luoghi di segregazione", afferma a Sky Tg24. Ma, aggiunge il guardasigilli, "non parlerei di dati allarmanti: se teniamo conto che si tratta complessivamente di 300 persone quelle che in qualche modo hanno dato segni di attenzione alle parole d'ordine jihadiste, su una popolazione carceraria di 54.

000 detenuti, non possiamo parlare di un fenomeno di massa".

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