Cronache

Roma città chiusa: sfuggita a Marino

RomaMartedì 30 giugno hanno scioperato i lavoratori del servizio Anagrafe e Stato civile del Comune di Roma. Non una gran notizia. Apparentemente. I lavoratori coinvolti, peraltro, si riconoscono rappresentati dalla sigla sindacale Asbel Cnl. Il motivo dello sciopero era la protesta per la nuova organizzazione del lavoro entrata in vigore lo scorso 2 gennaio. I dipendenti protestavano perché i turni di lavoro sono troppo massacranti e imposti unilateralmente dalla amministrazione senza contrattazione sindacale. Ovviamente la ricaduta di uno sciopero è l'interruzione del servizio. Ormai però anche le proteste degli utenti non fanno più notizia. La cosa da segnalare, semmai, è la strategia «sindacale» che ha fatto cadere la giornata di blocco delle attività di martedì. E non come solitamente (e maliziosamente) si fa scegliendo, guarda caso, il venerdì. Peccato, però, che martedì 30 giugno seguiva un lunedì molto particolare. Una data - nel calendario della Chiesa romana - molto caro a devoti della fede e devoti del riposo: vale a dire la festa dei santi Pietro e Paolo. Patroni della Città Eterna. Ecco, quindi, che i giorni di disimpegno divengono due. Anzi quattro, se subdolamente vogliamo agganciarci anche sabato e domenica. Il nocciolo duro della notizia, però, si nasconde in un altro dettaglio. Il venerdì precedente questo lungo ponte si sono svolte alcune assemblee sindacali, proprio per parlare di organizzazione del lavoro e turni massacranti. Per gli aderenti ai sindacati in assemblea, quindi, stop al lavoro. E così, a essere pignoli, i giorni di sospensione del servizio sono solo due ma il riposo «percepito» dai lavoratori medesimi che hanno incrociato le braccia è di ben cinque giorni. I maliziosi osservatori di cose romane hanno supposto che al di là del significato puntuale della protesta, in tanti (tra coloro che sono a busta paga del Comune capitolino) hanno protestato anche per un secondo motivo. Quasi una forma di ricatto per le questioni sul tavolo, tra cui il famoso «salario accessorio» chiesto indietro al Comune dal Mef. Che il retroscena sia fondato a meno, gli sportelli a singhiozzo per il «ponte record» sono un altro segnale che al sindaco è sfuggita di mano l'amministrazione comunale.

E i cittadini? Quelli ovviamente contano poco e da tempo si riversano frustrati sui social network per sfogarsi dei servizi elargiti sempre più col contagocce. Facendo, così, la fortuna di siti come Roma fa schifo che alla notizia del lunghissimo ponte ha dato un grande risalto e sul quale sono fioccate le indignazioni, le ironie, le contumelie le più fantasiose. E c'è anche chi ha fatto notare che solo a Roma si festeggia pure il Natale della città.

Lo scorso 21 aprile, guarda caso, era un martedì.

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