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Salvini avvisato, Salvini salvato

Se tutti i moderati convergono su un unico candidato, per le Le Pen e gli Hofer d'Europa non c'è possibilità di vittoria

Salvini avvisato, Salvini salvato

Non penso che gli italiani siano particolarmente interessati o appassionati all'esito delle elezioni presidenziali austriache, elezioni che hanno visto la vittoria, per una manciata di voti, del candidato moderato, il verde Van der Bellen, sul nazionalista Hofer. Ciò nonostante, c'è un aspetto di ciò che è successo a Vienna che ci può riguardare da vicino. Due premesse. La prima è che noi non siamo tra quelli che pensavano a Hofer come al male assoluto, a un pericolo per l'intera Europa. Riteniamo infatti che la difesa da lui professata - dei confini e della sovranità nazionale dagli euroburocrati e dall'immigrazione selvaggia sia compatibile con la democrazia. Per intenderci, e fare un parallelo con l'Italia, siamo convinti che la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni non siano partiti che si muovono fuori dall'arco costituzionale e tantomeno portatori di valori razzisti e xenofobi.

La seconda premessa è che quello che è successo in Austria è politicamente molto simile a ciò che è accaduto di recente in Francia con Marine Le Pen. In entrambi i casi i partiti nazionalisti hanno vinto in maniera convincente il primo turno elettorale ma non hanno retto alla prova del ballottaggio. E il motivo è semplice: se tutti gli elettori moderati, di destra e sinistra, convergono su un unico candidato, per le Le Pen e gli Hofer d'Europa non c'è possibilità di vittoria. La qual cosa dovrebbe fare riflettere il duo Salvini-Meloni, tentati così dicono - di replicare a livello nazionale il tandem solitario, e io penso stupidamente perdente, proposto a Roma per le amministrative.

E qui veniamo al punto. Le ali estreme sono sì capaci di intercettare meglio di altri le paure e i problemi della gente, ma per vincere hanno bisogno di allearsi con qualcuno che tranquillizzi e garantisca quella parte di elettorato spaventato o scettico di fronte a parole d'ordine così nette e a volte dure. Che è poi quello che è successo negli ultimi vent'anni in Italia, con il secessionista Bossi e il post fascista Fini arrivati al governo, e a incidere sulla sua politica, solo perché seduti sul pullman guidato e sottolineo guidato da un liberale. Ora, non è che la storia debba necessariamente ripetersi pari pari, ma neppure essere ignorata.

Perché delle medaglie di consolazione, almeno noi, non sappiamo che farcene.

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