Cronache

Sanremo, inneggiava in cella all'Isis: espulso detenuto tunisino

Durante una perquisizione a sorpresa nel carcere di Sanremo, nella cella di un tunisino di 42 anni sono stati trovati materiali inneggianti allo Stato Islamico, tra cui un disegno a mano. È stato espulso per motivi di sicurezza pubblica

Sanremo, inneggiava in cella all'Isis: espulso detenuto tunisino

Espulso in quanto ritenuto "pericoloso e contiguo ad ambienti dell'estremismo islamico". È quanto successo a un detenuto tunisino di 42 anni recluso nel carcere di Sanremo. L'uomo, in carcere per reati comuni e inserito nel livello più alto del monitoraggio carcerario, è stato trovato in possesso di materiale inneggiante all'Isis. Attivata nei suoi confronti la procedura di espulsione dal territorio italiano, che si è concretizzata in questi giorni. Stesso destino per un altro tunisino ritenuto vicino al terrorismo islamico.

Era stato rinchiuso nel carcere di Sanremo per reati comuni. Qui si era radicalizzato, vergando di suo pugno alcuni appunti tra cui un disegno della bandiera dell'Isis. Quindi accompagnato alla frontiera ed espulso. È il destino di un 42enne tunisino. L'uomo - come si legge su Primocanale.it - secondo quanto appreso dalle autorità inquirenti di Imperia, durante una perquisizione in cella sarebbe stato trovato in possesso di materiale inequivocabilmente riconducibile all'integralismo islamico e all'Isis.

Sulla base di un protocollo del Comitato di analisi strategica antiterrorismo, nei confronti dell'uomo è stata avviata una sequenza di monitoraggio che ha portato alla sua espulsione. Il rimpatrio del tunisino è avvenuto il 26 giugno e del suo accompagnamento alla frontiera si è occupato personale della polizia specializzato in scorte internazionali. È la prima volta che, in provincia di Imperia, qualcuno viene espulso per ragioni di sicurezza pubblica. Stesso destino per un altro tunisino di 36 anni, irregolare e rintracciato a Latina.

Attraverso l'analisi di tre suoi profili Facebook, gli inquirenti hanno ravvisato un legame con la rete di frequentazioni che ruotava attorno ad Anis Amri - l'autore dell'attacco ai mercatini di Berlino del dicembre 2016 ucciso dalla polizia italiana davanti alla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni - e ad Ahmed Hanachi, l'uomo residente ad Aprilia che nell'ottobre 2017 aveva ucciso due giovani donne davanti alla stazione di Marsiglia.

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