Cronache

La nuova "casa" delle sardine? Il centro sociale degli abusivi

Dopo piazza San Giovanni, ora le sardine pensano al futuro del movimento. 150 delegati provenienti da tutta Italia sono riuniti nel palazzo occupato dove l’elemosiniere del Papa riattaccò la corrente elettrica

La nuova "casa" delle sardine? Il centro sociale degli abusivi

Dopo aver riempito piazza San Giovanni a Roma, ora le sardine pensano al loro futuro. Nessuno fino ad ora si era preoccupato del "cosa faremo da grandi?", ma il giorno dopo la grande manifestazione nella Capitale (secondo la Questura i partecipanti erano circa 35mila, più di 100 mila dicono invece gli organizzatori) si sente la necessità di prendere una direzione ben definita. E così, i 150 delegati che hanno promosso i flash mob in diverse città di tutta Italia, hanno deciso di riunirsi questa mattina. Dove? Nel palazzo occupato di via Santa Croce in Gerusalemme 55 a Roma.

Sì, si tratta proprio del palazzo occupato da un centinaio di famiglie dove lo scorso 12 maggio l'elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, entrò per togliere i sigilli ai contatori e riattivare la luce. Un blitz che provocò molte polemiche. Il cardinale si calò nella centralina elettrica e ripristinò così la corrente nell'immobile abitato da 450 persone. Nell'ex sede dell'Inpdap di via Santa Croce in Gerusalemme, occupata abusivamente dall'ottobre 2013 da Action, ci sono anche un centinaio di ragazzini minorenni. Nel corso degli anni, gli occupanti hanno accumulato un debito di circa 300 mila euro. Una cifra che nessuno voleva pagare tanto che la società che eroga l'energia aveva deciso di mettere i sigilli al contatore e staccare la corrente.

Così era intervenuto il cardinale Konrad Krajewski. "È arrivato nel pomeriggio, ha portato regali a tutti i bambini e ha promesso che se entro le 20 non fosse stata ripristinata la corrente nello stabile l'avrebbe riallacciata lui stesso. E così è stato. Padre Konrad si è calato nel pozzo, ha staccato i sigilli e ha riacceso la luce. E si è preso, a nome del Vaticano, la piena responsabilità dell'azione con Prefettura e Acea", avevano raccontato i testimoni. "È stato un gesto disperato - aveva dichiarato lo stesso porporato -. Sono intervenuto personalmente. C'erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi".

E ora, in quel palazzo occupato, ci sono tutti i 150 rappresentanti delle sardine. Fuori dal quartier generale romano uno striscione: "Viva le sardine, abbasso gli sgombri". Capitanati da Mattia Santori, i delegati stanno discutendo del futuro dei pesciolini che, dalla prima manifestazione in piazza Maggiore a Bologna, hanno riempito numerose città da Nord a Sud. Ora è arrivato il momento di pensare a qualcosa che vada oltre le piazze, una fase 2 che partirà proprio dal palazzo occupato. Secondo le prime indiscrezioni, il dialogo con la politica è previsto solo nella fase 3.

Per le 14 è prevista la lettura di un comunicato: inizierà così il futuro delle sardine.

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