Cronache

Morti in corsia, Cazzaniga: "Nessun sovradosaggio"

Cazzaniga è accusato di aver ucciso 11 pazienti e tre familiari della sua ex amante, l'infermieria Laura Taroni

Morti in corsia, Cazzaniga: "Nessun sovradosaggio"

È accusato della morte di 11 pazienti, tutti ricoverati all'ospedale di Saronno, l'ex vice primario del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga. A lui sono stati attribuiti anche l'omicidio del marito, del suocero e della madre di Laura Taroni, l'infermiera killer sua ex amante, che insieme all'uomo programmava le uccisioni in corsia.

Il processo alla Corte d'Assise di Busto era iniziato ad aprile e aveva visto sfilare una serie di testimoni, che raccontavano delle manie di onnipotenza del dottore. Tra loro anche una ex collega, Elena Soldavini, che aveva dichiarato: "La mia impressione è che lui soffra di deliri di onnipotenza e che provi un certo piacere nello stabilire il momento della morte". Ma Cazzaniga aveva risposto alle accuse, secondo quanto riportato dal Giorno: "Non ho mai provato piacere nella morte di un paziente, anzi provavo un autentico dolore".

Ora, in tribunale si discute su cosa abbia portato alla morte degli 11 pazienti in cura da Leonardo Cazzaniga. I consulenti incaricati dalla procura devono sciogliere un nodo fondamentale: dimostrare che la somministrazione di un farmaco palliativo sia paragonabile all'omicidio. L'ex vice primario, infatti, è accusato di aver aumentato volontariamente il dosaggio dei medicinali, che avrebbero portato alla morte dei pazienti.

Il dottore, però, si difende, sostenendo di aver solamente voluto alleviare la sofferenza di persone gravemente malate, senza aver mai avuto l'intenzione di uccidere.

Seguendo questa linea, gli avvocati del medico chiedono che venga dimostrato che il sovradosaggio sia stato volutamente somministrato per uccidere e non per far diminuire il dolore.

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