Cronache

Se gli antifascisti se la prendono ancora con Ramelli

La memoria di Ramelli non è ancora condivisa da tutti. "Presidio antifascista" organizzato a Legnano contro la presentazione del fumetto

Se gli antifascisti se la prendono ancora con Ramelli

Gli antagonisti di sinistra sembrano volersela prendere di nuovo con Sergio Ramelli. Il ragazzo morto a Milano il 28 aprile del 1975 e aggredito da Avanguardia Operaia perché appartenente al Fronte della Gioventù. Succede, infatti, che a Legnano venga organizzata la presentazione di "Sergio Ramelli – Quando uccidere un fascista non era reato": un fumetto a cui è stata in qualche modo affidata, dopo anni segnati anche da un ingiustificato e scandaloso silenzio istituzionale, la memoria di Sergio, ma accade anche che alcune sigle politiche e militanti di sinistra protestino per l'evento. Nello specifico, a contestare l'iniziativa, è stata la Rete antifascista Legnanese. Hanno aderito al "presidio antifascista", invece, Rifondazione comunista, Legnano in Comune, Sinistra italiana, Possibile, Potere al popolo, Liberi e uguali, Sinistra per la Lombardia, e Art.1 Mdp.

"A Legnano Fratelli d’Italia organizza la presentazione di un graphic novel su Sergio Ramelli, il diciassettenne assassinato a Milano negli anni settanta; alla commemorazione istituzionale partecipo ogni anno col Sindaco e i rappresentanti delle istituzioni - ha detto il segretario del Pd di Legano Bussolati​ -. Fratelli d'Italia, partito della coalizione del centrodestra che si candida a guidare il Paese e la Lombardia - ha specificato - organizza invece l'evento con Lealtà e Azione. Quelli che il 25 aprile omaggiano col braccio teso i repubblichini, le SS, i gerarchi e i torturatori sepolti al Campo X del Cimitero Maggiore. Dar loro agibilità, legittimarli, è un atto gravissimo e intollerabile​. Resta legittimo il ricordo di Ramelli, ma chi sta con Lealtà e Azione fa una scelta chiara e netta, che non può essere accettata né condivisa da chi crede nella democrazia. Perché questa è una scelta che oltraggia i valori costituzionali", ha sottolineato. Il problema, insomma, non sarebbe il ricordo di Ramelli in sè, ma la partecipazione di Lealtà e Azione all'evento.

Alle dichiarazioni di Bussolati ha replicato l'assessore alla Sicurezza Maira Cacucci: "Sinceramente non avrei mai pensato nel 2018 di leggere tali affermazioni: "una scelta gravissima e intollerabile quella di Fdi". Quale scelta? Fdi Legnano ha scelto di avere il coraggio di ricordare un giovane, Sergio Ramelli militante del Fronte della Gioventù, morto a soli 18 anni a Milano, a causa di una aggressione con chiavi inglesi ad opera di un gruppo appartenente ad Avanguardia Operaia. Una morte priva di commemorazioni per anni. Io ritengo e sostengo a gran voce che non esistono e non devono esistere morti di Serie A e morti di serie B", ha specificato. E ancora:"Lodevole l’iniziativa dei ragazzi di Lealtà Azione che vuole ricordare Sergio attraverso uno strumento di facile diffusione, soprattutto tra i giovani: il fumetto. Penso che molti siano d’accordo con me, quindi, invito tutta la cittadinanza, tutti gli appartenenti ad altri partiti o movimenti politici a partecipare alla serata di presentazione di mercoledì 17 gennaio a Leone da Perego, al fine di dimostrare, tutti insieme, che oggi è da condannare l’odio che animava l’ideologia in quell’epoca e non chi ha il coraggio di ricordare una morte ingiusta per mano di una ideologia", ha chiosato.

Certa sinistra, insomma, prova ancora a vietare il ricordo del martirio di Ramelli, ma questa polemica non rappresenta di certo una grossa novità. Negli anni passati sono state organizzate manifestazioni contrarie all'intitolazione a Ramelli dell'auditorium di Corridoni. Come non ricordare, poi, la lapide divelta sul "Percorso della Memoria" e le scritte ingiuriose nei confronti della memoria e della famiglia di Sergio? Gli anni 70', nella mente di qualcuno, sembrano non essere ancora finiti. Sergio Ramelli è stata solo una vittima del terrorismo: è bene ricordarlo. Preso di mira inizialmente per aver scritto un tema in cui condannava le Brigate Rosse, il militante del Fronte della Gioventù venne aggredito il 13 marzo del 1975 per poi morire, il 29 aprile successivo, nonostante gli interventi di ricostruzione al cranio.

Ramelli potrebbe rappresentare il simbolo della tanto decantata "pacificazione nazionale", ma qualcuno sembra maldisposto ad accettare che i morti siano tutti uguali.

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