Cronache

Se Papa Francesco sdogana la pillola contraccettiva

Papa Francesco "sdoganatore" dei metodi contraccettivi. L'accusa, come di consueto, proviene dagli ambienti tradizionalisti. Ecco il dibattito dottrinale

Se Papa Francesco sdogana la pillola contraccettiva

Papa Francesco "liberalizzatore" della pillola contraccetiva. È questa l'ultima "accusa" proveniente dal mondo tradizionalista. "Humanae Vitae", la dibattuta enciclica di Paolo VI, che ha contestato in pieno '68 l'utilizzo di metodi artificiali per regolarizzare la natalità, sarebbe stata messa da parte da questo pontificato. Nonostante Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini venga spesso elogiato da Bergoglio per la sua opera pastorale.

La "lezione" del professor Maurizio Chiodi sul tema, tenutasi lo scorso dicembre presso la Pontificia Università Gregoriana, ha sollevato un polverone dottrinale. Il sacerdote in questione, infatti, è un membro della Pontificia accademia della vita, un ente fondato da Giovanni Paolo II, ma riformato pochi mesi fa da Papa Francesco. La sua posizione, insomma, è considerabile come contigua a quella sostenuta ufficialmente dal Vaticano.

In quell'occasione, il professor Chiodi ha dichiarato che: "La tecnica, in determinate circostanze, può consentire di custodire la qualità responsabile dell’atto coniugale, anche nella decisione di non generare quando sussistano motivi plausibili per evitare il concepimento di un figlio". E ancora: "La tecnica, mi pare, non può essere rifiutata a priori quando è in gioco la nascita di un figlio, perché anche la tecnica è una forma dell’agire e quindi richiede un discernimento sulla base di criteri morali irriducibili però a una interpretazione materiale della norma".

Questa considerazione, peraltro, sarebbe derivata da un'interpretazione di "Amoris Laetitia", la discussa esortazione apostolica di Bergoglio che ha aperto all'accesso ai sacramenti per i "divorziati risposati" e che ha sollevato gli ormai celebri "dubia" di quattro cardinali (Burke, Brandmueller, Meisner e Caffarra).

"Humanae Vitae", insomma, andrebbe riconsiderata da capo alla luce della pubblicazione di "Amoris Laetitia". Successivamente alla relazione del professor Chiodi, ancora, un altro uomo di cultura ha ritenuto di dover intervenire: il professor Seifert, già membro dell'accademia citata, ma "estromesso" in seguito alla riforma del Papa argentino, ha replicato così allo "sdoganamento" dell'uso dei metodi contraccettivi: "Il prof. padre Maurizio Chiodi non solo rifiuta apertamente un insegnamento morale basilare della Chiesa sulla contraccezione, mirabilmente affermato in Humanae Vitae, cioè che esiste un mirabile e profondo legame tra l'unione d'amore coniugale e la procreazione, sicché ogni singolo atto contraccettivo che separi il significato unitivo dal significato procreativo dell'atto coniugale è intrinsecamente sbagliato in ogni situazione", ha sottolineato il fondatore dell'Accademia Internazionale di Filosofia e amico personale di San Giovanni Paolo II. "Chiodi - ha continuato Seifert - afferma persino che, in certe circostanze, la contraccezione è anche moralmente obbligatoria". Quella del professor Chiodi, insomma, sarebbe una posizione dottrinalmente ingiustificabile, tanto che buona parte del mondo tradizionalista si è affrettato a chiedere una "rettifica".

Qual è il motivo per cui Bergoglio è finito "sotto accusa"? Il Vaticano ha istituito una commissione di studio su "Humanae Vitae", che servirebbe in qualche modo ad adeguare le indicazioni dottrinali contenute in quel testo al "cambio di mentalità" attualmente in atto. "Tra i neo critici di Humanae vitae si sente dire spesso che l’enciclica è stata scritta in un’altra epoca e quindi andrebbe contestualizzata.- ha scritto qui Flora Gualdani, ostetrica e fondatrice dell'opera "casa Betlemme -. "Ce lo suggerirebbero anche le due date apposte nel titolo della relazione del professor Chiodi. E’ vero che la storia è cambiata e la società è più complessa. Ma l’uomo non è cambiato. E i peccati sono sempre quelli", ha sottolineato.

L'enciclica di Paolo VI, in definitiva, sarebbe finita sotto "attacco" e la rilettura "storicizzata" voluta dal pontefice andrebbe nella direzione di liberalizzare la contraccezione. I membri della commissione vaticana sull'enciclica di Montini hanno negato questo intento, ma Papa Francesco stesso ha dichiarato: "Tutto dipende da come 'Humanae vitae' viene interpretata", dato che "la questione non è quella di cambiare la dottrina, ma di andare in profondità e far sì che la pastorale tenga conto delle situazioni e di ciò che per le persone è possibile fare".

La rivoluzione dottrinale, per i tradizionalisti, è già palesata da queste parole.

Commenti