Cronache

Se una scuola abolisce i voti per non turbare i bambini

Una scuola elementare di Pesaro sperimenta l'anno scolastico con una sola pagella, alla fine dell'anno. Dopo il primo quadrimestre, i genitori saranno convocati solo per avere un aggiornamento sui risultati e un invito a lavorare proficuamente con i propri figli

Se una scuola abolisce i voti per non turbare i bambini

Dopo i No Tav, No Tap, No Triv ecco i No Voto. Una scuola elementare di Pesaro sperimenta l'anno scolastico con una sola pagella, alla fine dell'anno. Dopo il primo quadrimestre, i genitori saranno convocati per avere un aggiornamento sui risultati e un invito a lavorare proficuamente con i propri figli. In questo modo, il timore del voto non tarperà le ali all'ingegno dei piccoli e non ridurrà l'educazione a competizione.

L'intento è nobile. Bisogna però aggiungere che in questi anni è stato sperimentato un po' di tutto. I voti sono stati sostituiti dai giudizi. Alcuni teorizzano che sarebbe meglio adottare il sistema delle lettere dell'alfabeto (A, B, C: come nei film americani). Altri hanno proposto i colori. Tuttavia il ritorno al voto è stato gradito sia dai genitori sia dai bambini. Partiamo da questi ultimi: solitamente competitivi, non solo confrontano la propria pagella con quella degli amici ma cercano anche di superarsi. Il voto insegna a misurarsi con gli altri, il che non significa ridurre tutto ai numeri ma imparare a guardarsi in prospettiva. Le piccole ingiustizie («meritavo sette») o le cadute («ho preso l'insufficienza») sono un utile esercizio. Insegnano ad affrontare le difficoltà senza traumi. I grandi successi («ho preso dieci») sono la giusta gratificazione che si ottiene con l'impegno.

Il bambino, senza il riscontro del voto, non ha un punto di riferimento che lo aiuti ad andare nella giusta direzione. Non è tutto. La famiglia è coinvolta nell'educazione dei figli. C'è chi dà una mano a fare i compiti. C'è chi fa ripetere la lezione. Ma anche in questo caso, l'impegno rischia di essere vanificato dalla assenza di una conferma esterna e, per quanto possibile, oggettiva. I cultori della didattica hanno proposto mille «migliorie» che si sono rivelate deleterie. Speriamo non sia questo il caso di Pesaro. La didattica può essere sempre migliorata.

Ma tutte le volte che si è tolta importanza al voto (vedi il «diciotto politico») è stato un disastro.

Commenti