Cronache

Sentenza storica: pensione di guerra per vittima marocchinate

Una delle vittime delle marocchinate avrà diritto alla pensione di guerra: la Corte dei Conti sentenzia in maniera storica su una pagina sottaciuta della seconda guerra mondiale

Sentenza storica: pensione di guerra per vittima marocchinate

Le vittime della marocchinate potranno fare leva su uno storico precedente giuridico: la Corte dei Conti, nello specifico la sezione del Lazio, ha disposto come una delle persone, almeno tra quelle che non sono decedute dal 44' a oggi, che hanno subito un abuso perpetrato, in contemporanea con la fase finale della seconda guerra mondiale e lo sfondamento della linea Gustav, da il Corpo di spedizione francese, ausiliare di quello regolare transalpino, abbia diritto alla pensione di guerra. A riportarlo è stato il quotidiano locale Ciociaria Oggi.

La ferita storica in questione, com'è accaduto in maniera più evidente nel caso delle foibe, è stata sottaciuta per più di qualche decennio. Parte della storiografia, una pellicola cinematografica, quella di Vittorio De Sica, "La Ciociara", qualche libro, come quello di Alberto Moravia da cui è tratto il film e le azioni portate avanti da qualche esponente politico e da qualche associazione, come quella creata per la tutela della vittime, hanno permesso che il dibattito sugli eccidi venisse riaperto. Adesso, a distanza di tempistiche sostanziali, sembra essersi mosso qualcosa in favore delle persone costrette a patire atrocità senza pari. Stando a quanto scritto dalla fonte citata, i giudici hanno riconosciuto il diritto pensionistico in seguito a un ricorso promosso da un singolo. Ma il caso rischia d'interessare pure le generazioni che potrebbero desiderare un risarcimento nonostante questo non le riguarderebbe in maniera diretta.

La giurisprudenza avrà modo di chiarire il quadro nel corso dei prossimi mesi. Come abbiamo avuto modo di segnalare in passato, si sta cercando di capire se alcuni membri dell'esercito francese, prescindendo daglia anni trascorsi, possano essere ancora chiamato in causa. Bisognerà comprendere, magari, quante e quali persone sono ancora in vita.

Le azioni, com'è ovvio che sia, riguarderebbero i responsabili di quanto avvenuto nel Basso Lazio ormai quasi ottant'anni fa.

Commenti