Cronache

L'ultima follia dell'Arcigay: una "patente" per i sindaci

In occasione delle elezioni amministrative in Sicilia tornano i questionari arcobaleno. Ma questa volta si va più a fondo, fino a temi più delicati come i test per l'Hiv: "I candidati sono disposti a farli gesire alle Onlus?"

Foto tratta da Wikipedia
Foto tratta da Wikipedia

Un questionario arcobaleno da sottoporre ai candidati alle elezioni amministrative a Catania, Siracusa e Ragusa. È questa l'iniziativa promossa dal consigliere nazionale di Arcigay Catania Giovanni Calogero. Anzi, per essere precisi - e friendly - la neolngua che caraterizza il formulario usa la parola candidat*.

L'obiettivo della campagna, di cui ha parlato La Verità, sarebbe proprio quello di "fornire un' informazione più ampia possibile alla comunità Lgbt su chi si stia candidando e su come la pensi su dei temi", come per esempio unioni civili e Gay pride. Forza Nuova ha subito contestato l'iniziativa attraverso un post su Facebook. "Arcigay fa prove di discriminazione verso chi non si piega alla lobby Lgbt - si legge nel post - Un questionario sulle tematiche LGBT al quale dovranno rispondere i candidati ai consigli comunali, così come coloro che ambiranno al ruolo di primo cittadino nei vari Comuni".

Ma le domande riguardano anche temi ancora più delicati, come il proposito di coinvolgere le associazioni gay nelle campagne di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Sempre come riporta il quotidiano, nel questionario si legge: "Sarebbe favorevole a fare tutto quanto è in proprio potere affinché si delineino, sostengano e finanzino strategie innovative di offerta del test Hiv, in particolare servizi "community based" dove il test e il counseling sono gestiti direttamente dalle associazioni al fine di raggiungere più efficacemente le popolazioni più vulnerabili all' esposizione all' Hiv?".

Non è la prima volta che iniziative simili vengono intraprese. Anche in occasione delle Regionali siciliane e delle politiche di marzo 2018 era stato creata la piattaforma "voto arcobaleno". L'obiettivo? Ancora una volta far emergere in modo chiaro le posizioni dei candidati "in modo da poter scegliere in maniera autonoma gli esponenti più vicini «alle istanze e alle battaglie della comunità Lgbt".

Insomma, queste iniziative non sembrano lasciare ombra di dubbio: o sei gayfrendly o meriti l'ostracismo.

Commenti