Cronache

Sindaci della Lombardia incalzano il governo: "Subito dieci miliardi"

Iniziativa dei primi cittadini di alcune città lombarde: con una lettera chiedono a Roma uno stanziamento di 10 miliardi contro il coronavirus

Sindaci della Lombardia incalzano il governo: "Subito dieci miliardi"

L'unione fa la forza. È in questo solco che è nata e si è sviluppata l'iniziativa di un gruppo di sindaci della Lombardia, che hanno così deciso di scrivere una lettera e di inviarla al governo centrale di Roma. Nella missiva i primi cittadini incalzano l'esecutivo, chiedendogli lo stanziamento di un urgente finanziamento di 10 miliardi di euro da utilizzare nella lotta contro il coronavirus.

Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni – ex feudo rosso della provincia a nord di Milano – è il primo firmatario della lettera con la quale le amministrazioni locali lombarde richiedono interventi rapidi e concreti a favore dei Comuni impegnati nella gestione dell'emergenza causa pandemia di Covid-19.

Venendo al contenuto del documento, i sindaci che hanno sottoscritto la "petizione" tirando per la giacchetta il Conte-bis, invitandolo a rimpinguare le casse del fondo di solidarietà comunale. Ma non solo. Nella lettera, infatti, si fa anche richiesta di istituire con urgenza fondo che possa coprire integralmente la spesa che i comuni sostengono per l'inserimento nelle strutture dei minori affidati dai giudici ai sindaci, al fine di consentire ai comuni di liberare risorse proprie da destinare ad azioni di rilancio dell'economia locale e di sostegno diretto per chi è in difficoltà a causa dell'emergenza.

Ma non è tutto. Passando in rassegna le richieste avanzate, si legge anche: istituzione nel bilancio dello Stato di un fondo da destinare direttamente ai comuni per sostenere i servizi di educazione e istruzione per l'infanzia, a gestione diretta da parte dei comuni stessi, in questo momento in grande difficoltà a seguito della sospensione delle attività e dell'incasso delle rette a fronte di spese fisse e continuative, con il rischio di non poter riaprire a settembre; la previsione dell'utilizzo anche integrale, nel 2020, dei proventi delle concessioni edilizie e delle alienazioni dei beni patrimoniali dell'ente, sia in parte corrente che in parte investimenti; provvedimenti urgenti per una reale rinegoziazione dei mutui dei comuni che prevedano la sospensione dei pagamenti delle rate relative alle annualità 2020-2021- 2022, da corrispondere oltre la scadenza del mutuo stesso; rapidi interventi normativi per portare al 30% il fondo crediti di dubbia esigibilità, con la previsione che l'eventuale disavanzo che potrebbe crearsi sul bilancio 2020-2021- 2022 possa essere ripartito con l'adozione di un piano di rientro trentennale; l'urgente emanazione di specifiche norme che prevedano poteri speciali per i sindaci per velocizzare e far ripartire tutti i cantieri, rilanciare l'economia locale e rafforzare la sicurezza pubblica sui territori.

Queste le parole di Di Stefano a commento della lattera: "In questa fase molto difficile come sindaci siamo ogni giorno in prima linea sul territorio per coordinare la macchina amministrativa facendoci carico dei problemi di natura sanitaria, sociale ed economica, ma nonostante la grande efficienza che da sempre ci contraddistingue i 400 milioni di euro di buoni spesa messi a disposizione dal governo per le famiglie più bisognose non sono per nulla sufficienti. Sono solo una piccola parte di quello che il governo dovrebbe stanziare, perché sui nostri territori abbiamo richieste molto superiori rispetto all'offerta. E questo aspetto non può e non deve essere ignorato". Infine, Di Stefano chiosa incalzando il premier Giuseppe Conte: "Ci rivolgiamo al presidente del Consiglio e al suo governo per essere messi nella condizione di avere gli strumenti necessari e sufficienti per tutelare la coesione sociale e per essere protagonisti della Fase 2.

Auspichiamo che vengano accolte le nostre richieste e che il governo proceda all'adozione di un decreto legge d'urgenza per emanare tutte le disposizioni normative necessarie".

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