Cronache

Sinistra e sindacati incastrano Greta

Venerdì al Friday For Future italiano pronta a scendere in piazza la sinistra più estrema, quella rossa e anticapitalista che credevamo sconfitta dalla storia

Sinistra e sindacati incastrano Greta

Greta fa bene a non andare a scuola. O almeno farebbe bene a non andare, se vivesse qui in Italia dove sarebbe circondata da mostri immortali: i sindacati. “Lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione. Siamo liberi di scendere in strada e fare quel che ci pare. Magari alla facciazza vostra (con tanto di pernacchia finale)”. Ecco ciò che diranno i puritani della nostra carta costituzionale. La più bella del mondo ricordate? Non gli si potrebbe dare torto a patto che si scioperi per un motivo serio. Ma il clima lo è davvero? Ma la sinistra non lo capirà.

Viene in mente però una domanda destinata a chi venerdì scenderà in piazza per il global warming: chi davvero si sogna di rubarvi questo maledetto diritto a un ambiente sano? Loro non ascolteranno. Gli stessi strenui difensori della lotta di classe sono abituati d’altra parte a protestare. Rivendicando, da furbetti, la libertà di non fare un bel niente. Lo sciopero in questione, guarda caso, andrà in scena di venerdì, quando anche il più convinto inquinatore seriale, sarebbe pronto a scendere in piazza e battersi il petto per la pace dei sensi.

Ma mettiamo le cose in chiaro: questa non è la storia di un furto. Qui nessuno vuole togliere alcun diritto acquisito da secoli di dure lotte nel mondo del lavoro. Già perché, anche se in Italia si fa fatica a far passare il concetto, lavorare non è un diritto. Almeno per chi si sente lontano dal sapere profuso da Karl Marx e compagni. Ma sarebbe un traguardo che solo i migliori devono poter tagliare.

Non bastava dunque la circolare clamorosa del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che permetterà a tutti gli studenti di fare una “bigiata collettiva” e di unirsi liberamente al Friday For Future, lo sciopero per il clima che venerdì 27 settembre si svolgerà in tutto il mondo occidentale. Greta Thunberg vuole di più. E così il sindacato “Sisa” (Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente), nato nel 2007 per unire le lotte unitarie di docenti e di studenti, oltre a ritenere positivo che il ministro valuti come giustificabile l’assenza degli studenti da scuola, allo stesso modo chiede che debbano essere giustificati dall’assenza di servizio anche docenti e personale Ata. Il Sisa chiede quindi che ai lavoratori scioperanti non sia effettuata la trattenuta economica prevista dalla legge: circa 70 euro netti. Una richiesta che se fosse approvata dal Miur, lascerebbe di stucco anche il più puro degli ambientalisti a cui rimane un briciolo di coscienza critica.

Ma il Sisa non è l’unico sindacato che abbraccia la lotta verde. E di questo non siamo affatto sorpresi. Fermiamoci un attimo e rimettiamo in ordine i pezzi: sciopero, sindacati, giustizia sociale, battaglia a viso aperto contro il consumismo. Ecco tutti gli ingredienti di quello che venerdì sarà il più rocambolesco colpo di coda della sinistra della peggior specie. Quella ortodossa e rossa. Quella che in soldoni credevamo scomparsa e sconfitta dalla storia.

Invece non è così. Al Sisa si uniranno i Cobas. “Il 27 settembre scioperiamo nella scuola e nel lavoro privato contro i cambiamenti climatici e in difesa dell’ambiente. E manifestiamo con i giovani di Fridays For Future”. Annunciano a Roma un corteo da Piazza della Repubblica alle ore 9.30. E scrivono la loro dichiarazione di guerra: “Cambiamenti climatici, enormi quantità di rifiuti, produzione energetica attraverso i combustibili fossili, grandi opere costose, inutili e dannose, saccheggio dei territori, scriteriate attività estrattive, produzioni dannose ed inquinanti, iperconsumi, guerre, carestie, povertà, malattie. Sono tutti elementi interconnessi di un sistema insostenibile che sta portando l’intera società verso il collasso e che coinvolge non solo i poteri forti politici ed economici, che seguono la logica del profitto capitalistico, ma anche centinaia di milioni di cittadini dei Paesi più ricchi che hanno introiettato e praticato sistemi di vita e di consumo disastrosi per l’intera umanità”.

Sono pronti a scendere in strada contro il profitto. Torna di moda, insomma, qualcosa che avevamo dato per andato via per sempre. Ma per fermare questi non-morti basta una lezione di storia. Una lezione che spiega come libertà individuali e mercato creano benessere. E che invece andare in giro senza far nulla di venerdì sia, questo sì, un pessimo esempio per le generazioni future.

Commenti