Cronache

"Sono stata picchiata e stuprata da 3 stranieri. La mia storia deve d'aiuto a tutte le donne"

La storia di Prisca Boh ha fatto il giro del mondo. Martedì 22 settembre è stata picchiata e stuprata da 3 stranieri, uscita da un concerto. Ora si racconta su Facebook per dare la forza a tutte le donne

"Sono stata picchiata e stuprata da 3 stranieri. La mia storia deve d'aiuto a tutte le donne"

"Ho passato una vita ad essere offesa, insultata, picchiata e stuprata, ma non per questo intendo mollare, noi donne siamo fatte per lottare in questa vita". Il post su Facebook di Prisca Boh è stato condiviso più di 10 mila volte in sole 48 ore. Questa ragazza francese ha voluto raccontare la sua storia per dare la giusta dose di forza a tutte le donne che sono state vittime di soprusi.

Quando si leggono certe cose, le parole servono a poco. Per questo, ripoteremo integralmente il suo messaggio scritto su Facebook senza aggiungere altro. "Martedì notte. 23:30. Quartiere St Michel a Tolosa. Sono appena tornata da un concerto divertente, la vita mi va bene, mi comprerò del cioccolato per festeggiare. Esco da un negozio di generi alimentari, sono sola in strada. Tre uomini mi interpellano con un "Ciao principessa", "Ciao Bella" e altre cose. Io li ignoro. Ovviamente questo li infastidisce. Poi uno di loro fa un commento sul mio fisico. Io mi giro e mi avvicino verso di loro domandandogli di ripetere che cosa hanno detto".

"No ma aspetta, ti abbiamo detto buonasera principessa e tu non hai neanche risposto. Io gli spiego, guardandoli negli occhi, che me ne frego e non ho alcun obbligo di rispondergli. E che in aggiunta in una giornata sono stata interpellata in questo modo già 10-15 volte e che non ne posso semplicemente più. Quello più vicino a me allora mi dice: "Chiudi la bocca". E allora anche io gli rispondo "Chiudi la bocca". Poi il ragazzo mi dà un duro colpo al viso. Mi scontro brutalmente contro una ringhiera di ferro e cado a terra, con la guancia rossa e gonfia e con il labbro aperto. E il polso completamente rotto. Ospedale".

"Mi dicono che le ossa si sono spostate, che il polso è rotto e che ho bisogno di un intervento chirurgico di emergenza. Mi aprono e mi mettono una placca di ferro. Rimango due giorni in ospedale. Sono debilitata. Tre mesi di convalescenza prima della riabilitazione, ecc.. Prima e dopo, crisi di nervi e di pianto. Due giorni che piango per il mio genere, le donne. Piango di questa ultima aggressione, umiliazione, perché sono semplicemente una DONNA".

"Ecco, ho quasi 37 anni. E saranno quasi 25 anni che ho sofferto cattiverie di ogni genere: umiliazioni, molestie sessuali, morali, in strada e a lavoro, violenze fisiche, stupro. E così via... Sono esausta. La rabbia, la rabbia che vivo ogni giorno, ma si intensifica sempre di più dopo ogni episodio di questo tipo. Il mio sangue ribolle sempre. Ne esco ancora una volta traumatizzata, svuotata. Io ci sto dentro, ma maledico questo sistema patriarcale. Lo vomito con tutta la mia anima. Tuttavia, resto orgogliosa di essere donna e la mia/nostra lotta continuerà tutto il tempo necessario. La paura deve passare al campo avversario. Il mio aggressore era di razza caucasica.

Così dico ai fascisti che usano la mia storia per soddisfare la loro nauseante impronta razzista, lasciate perdere".

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