Cronache

La spiaggia accanto al campo rom: il progetto dei grillini è già un flop

La giunta grillina annuncia l'apertura di una spiaggia sul Tevere. Ma a poche centinaia di metri dall'area bonificata dal Campidoglio si moltiplicano immondizia e insediamenti abusivi

La spiaggia accanto al campo rom: il progetto dei grillini è già un flop

Prendere il sole e rinfrescarsi sul Tevere, come i parigini lungo la Senna o i berlinesi sulle rive della Sprea. È il progetto della giunta pentastellata, che entro giugno 2018 si propone di inaugurare una spiaggia per i romani su un’area di diecimila metri quadri all’altezza di Ponte Marconi. Un progetto sperimentale che prevede la costruzione di stabilimenti, campi sportivi e aree per bambini. “Sarebbe bello”, commenta un ragazzo che passeggia sulle banchine tra Ponte Marconi e Ponte dell’Industria. Ma tra il dire e il fare, come si dice, c’è di mezzo il mare. Anzi, il fiume.

Sì, perché a poche centinaia di metri dall’area bonificata dal Campidoglio, lo stato di salute del corso d'acqua che attraversa la Capitale resta preoccupante. È domenica mattina, c’è il sole e sulla pista ciclabile sfrecciano decine di biciclette. Ai lati del percorso, tra le sterpaglie e l’erba alta, rifiuti di ogni sorta vengono continuamente inghiottiti dalle acque del "fiume biondo". Nascoste tra la vegetazione baracche e casupole spuntano come funghi. Le capanne di legno e cartone a malapena si scorgono tra gli alberi, ma sono decine. In questo pezzo di lungotevere abitano circa trecento invisibili. “Siamo soprattutto romeni”, ci spiegano alcuni nomadi che incontriamo sulla banchina. Ma anche “marocchini, serbi, bosniaci, polacchi e qualche italiano”. “Almeno sette o otto”, assicurano.

“Prima di pensare alla spiaggia dovrebbero trovare una sistemazione per queste persone”, ci dice una donna in bici. In effetti, quasi tutti quelli che intervistiamo concordano sul fatto che la priorità sia quella di ripristinare il decoro. "Riappropriarsi delle sponde del Tevere”, per citare Virginia Raggi, appare a molti un’impresa titanica. O, quantomeno, lunga e difficile. “Il Tevere è in condizioni vergognose e indegne di una capitale”, ha denunciato la scorsa settimana Erasmo D'Angelis, Segretario Generale dell'Autorità di Distretto. Negli ultimi mesi le analisi tecniche hanno evidenziato la presenza di un elevato rischio alluvione per circa 250mila cittadini residenti nell’area metropolitana della Capitale. E in molti ci assicurano che, permanendo queste condizioni, la spiaggia non sarebbe poi così frequentata. Commentando l'annuncio della sindaca, il Codacons nei giorni scorsi ha chiesto "garanzie circa la salubrità delle acque e l'assenza di pericoli per la salute". "Nessuna spiaggia potrà essere realizzata senza l’autorizzazione dell'Asl”, aveva ammonito il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi.

Un rischio di questo tipo, in effetti, sembra essere reale, considerata la presenza di innumerevoli discariche abusive frequentate dai roditori. Senza contare che le centinaia di nomadi e senzatetto stanziati tra gli arbusti non ne vogliono sapere di lasciare i loro insediamenti. "Ci sono tanti posti dove fare le spiagge, perché proprio qui dove ci siamo noi", ci dice un giovane rom. “Ci hanno sgomberato, ma dopo tre giorni siamo tornati, se vogliono aprire la spiaggia devono prima trovarci una sistemazione”. A parlare, stavolta, è Sturage, un romeno che da oltre quattro anni abita assieme ad una settantina di persone nel campo rom abusivo che sorge all’ombra del Gazometro, sulla riva Ostiense. Un assembramento di baracche circondato da cumuli di immondizia. Qui, tutte le domeniche, i nomadi allestiscono un mercato con i prodotti dell’attività di “rovistaggio”. Il suq è illegale, ma nonostante le numerose denunce, da mesi è diventato un appuntamento fisso. “Viviamo di questo”, si giustifica Sturage. “Per scaldarci facciamo dei piccoli fuochi”, racconta mostrandoci i resti di un falò, “e quando il livello del fiume sale rischiamo di essere sommersi dall’acqua”.

“I roghi tossici che vengono appiccati negli insediamenti abusivi rappresentano una delle criticità di questo tratto di fiume, assieme al degrado ambientale e all’aumento della microcriminalità e dei furti”, spiega Daniele Catalano, consigliere municipale di Fratelli d’Italia nell'XI municipio. “Al momento non abbiamo visto nessun progetto sulla carta”, attacca il consigliere di opposizione, “ma finché non verranno regolamentati questi fenomeni non potrà esserci nessuna riqualificazione, solo annunci elettorali”. Per implementare il progetto il Comune di Roma ha già richiesto una concessione di lunga durata alla Regione Lazio. La spiaggia si farà, ha ribadito l’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, e “diventerà un esempio positivo di cosa accade nel momento in cui Roma si riappropria delle sponde del suo fiume”. Ma per sapere se dal Campidoglio intendano procedere con una bonifica totale dell’area bisognerà attendere l’arrivo della bella stagione. Di certo, per ora i residenti non hanno dubbi.

Se la situazione rimanesse così, sarebbero ben pochi quelli disposti a trascorrere l’estate sulle rive del Tevere.

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